Il giorno di Pasqua quest’anno cade il 9 aprile. Nel 2022, invece, era stata il 17 aprile. Nel 2016, la festività venne celebrata invece il 27 marzo. Ecco perché esistono queste differenze e come viene scelta ogni anno la data delle festività pasquali.

La Pasqua quando arriva, arriva. Diceva così il vecchio slogan pubblicitario di una nota industria dolciaria, che dopo i pandori e i panettoni nel periodo natalizio sfornava anche le colombe per le festività pasquali. Ma perché, a differenza del Natale che cade sempre il 25 dicembre, la Pasqua arriva in un giorno diverso ogni anno?

Quale Pasqua

Occorre precisare innanzitutto di quale Pasqua stiamo parlando. Un conto è, ad esempio, la festa di Pesah, la Pasqua ebraica celebrata in tutto il mondo dalle persone di fede giudaica. Un conto sono le varie ‘Pasque’ cristiane, che cambiano a seconda della confessione di appartenenza.

Come si calcola la Pasqua cattolica

La Pasqua cattolica, quella che si celebra pubblicamente in Italia, quest’anno cade il 9 aprile. La festività celebra la risurrezione di Cristo tre giorni dopo la sua crocifissione (che viene invece commemorata durante il Venerdì Santo, ndr). La data viene scelta in maniera piuttosto semplice, con un metodo stabilito durante il Concilio di Nicea del 325 d.C. La Pasqua cattolica cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, cioè a seguito dell’equinozio.

Le origini

L’origine di questa festività e del giorno in cui viene celebrata risale alla tradizione dell’ebraismo, in cui la festa di Pesah commemora invece la liberazione del popolo di Israele dall’Egitto per mano di Mosè. Anche gli ebrei – come i musulmani – seguono il calendario lunare, anziché quello solare, per l’identificazione delle feste religiose. Il seder di Pesah, cioè la cena rituale che rappresenta il cuore delle celebrazioni, viene organizzato nella notte fra il 14 e il 15 del mese di Nisan, che è appunto un mese del calendario lunare.

Cosa cambia fra calendario solare e lunare

Il calendario lunare, come dice il nome stesso, si basa sul ciclo della Luna, che impiega circa 28 giorni a crescere, entrare in plenilunio e calare. Mentre quello solare, in vigore per la vita e le organizzazioni civili in Italia, si basa sul movimento della Terra intorno al sole. Le discrepanze fra i due sistemi derivano dalla lunghezza. Un anno lunare è rappresentato da un periodo medio di 354 giorni, mentre l’anno solare – com’è noto – è composto da 365 giorni. Un anno di 12 lunazioni contempla quindi 11 giorni in meno rispetto a un anno solare.

Le altre confessioni cristiane

Vale la pena sottolineare, come anticipato, che anche all’interno del cristianesimo esistono differenze fra le varie confessioni. La Pasqua ortodossa, ad esempio, quest’anno cade il 16 aprile. La diversità con quella cattolica si deve al fatto che se da un lato la Chiesa orientale usa come riferimento il calendario lunare – la Pasqua cade la domenica dopo il primo plenilunio primaverile – utilizza anche un calendario solare diverso. Gli ortodossi, infatti, adoperano non il calendario solare Gregoriano – quello di 365 giorni che usiamo in Italia – bensì il calendario Giuliano. Questo strumento prende il nome da Giulio Cesare, che lo introdusse nel 46 a.C. La discrepanza fra i due sistemi è lo stesso motivo per cui in Occidente chiamiamo Rivoluzione d’Ottobre la sollevazione contro lo Zar del 1917, anche se in realtà – stando al calendario gregoriano – è iniziata fra il 6 e il 7 novembre. La Pasqua protestante, al contrario, coincide esattamente con quella cattolica.

Il significato del periodo

Non è assolutamente casuale il fatto che, in ognuno dei casi descritti, la festività di Pasqua cada comunque in un periodo legato alla primavera. Il concetto di base resta quello della risurrezione (cristiana) e della liberazione (ebraica) che ben si sposano con il periodo dell’anno in cui la natura rifiorisce dopo i rigori dell’inverno. A questo bisogna aggiungere che, secondo studi antropologici, queste festività sono da collegare anche alle abitudini pastorali e alla transumanza. In tempi antichi, infatti, l’arrivo della primavera era anche il momento di spostare gli armenti per condurli ai pascoli dopo aver superato la stagione fredda.

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