“La canalizzazione che collega la
diga di Montedoglio e il Trasimeno, già oggi esistente per usi
agricoli e idropotabili, può essere utilizzata per l’immissione
diretta di acqua nel lago, sempre più in difficoltà nel
mantenere il proprio precario equilibrio idrico. L’apporto
annuale, qualora per i tre mesi invernali si aprisse il
‘rubinetto’ dell’invaso toscano verso il bacino umbro, potrebbe
sfiorare i dieci centimetri di miglioramento del livello del
lago, pari a circa dieci milioni di metri cubi”: la consigliera
regionale del Partito democratico Simona Meloni rilancia, “in
una condizione di grande difficoltà del Trasimeno, che oggi
misura meno 130 centimetri sullo zero idrometrico, l’idea di un
apporto idrico emergenziale e straordinario dalla vicina diga di
Montedoglio in provincia di Arezzo”. “La soluzione tecnica passa
da un necessario accordo tra Regione Umbria e Regione Toscana
per l’utilizzo degli sfiori della diga di Montedoglio,
particolarmente significativi nella stagione invernale”
aggiunge.

   
“Le tubazioni che oggi collegano la diga al Trasimeno –
sottolinea Simona Meloni – hanno una portata massima di quattro
metri cubi di acqua al secondo. Considerando un tiraggio medio
prudenziale di due metri cubi al secondo si potrebbe avere un
beneficio di circa 1,5 centimetri (pari a 1,5 milioni di metri
cubi) ogni dieci giorni. Ovvero 4,5 centimetri in un mese. Se la
tubazione rimanesse attiva per tutto l’inverno, sempre
utilizzando calcoli cautelativi, il lago potrebbe crescere di
circa dieci centimetri all’anno, pari ad un metro nel decennio”.

   
“Per dare seguito a questa operazione – sostiene la
capogruppo del Pd – ed evitare un rischio concreto di
impaludamento dell’unico lago laminare italiano, che presenta
una profondità media inferiore ai quattro metri, in una fase di
cambiamento climatico, è necessario un accordo tra le due
Regioni, Toscana e Umbria. Qualora il livello dovesse scendere
ulteriormente anche la nomina di un commissario individuato
dalle due giunte regionali di concerto con il Ministero
dell’Ambiente potrebbe risultare una scelta necessaria per
assicurare una piena tutela ambientale e socioeconomica del
quarto lago d’Italia”.

   

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Ansa Umbria

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