La campagna elettorale accelera in previsione della presentazione definitiva di liste e simboli. Dall’alleanza tra i leader di Italia Viva e Azione nasce il Terzo polo. Berlusconi, intanto, rilancia la proposta sul presidenzialismo, innescando feroci critiche da parte delle altre forze politiche. Ecco cosa è successo negli ultimi sette giorni.
È stata un’altra settimana caratterizzata da colpi di scena, accuse reciproche e nuove proposte presentate sullo scenario politico italiano. Mentre gran parte dell’Italia si ferma per le vacanze di Ferragosto, a Palazzo Chigi e dintorni continua il fermento in vista del voto anticipato del 25 settembre. Le pause non sono ammesse perché il tempo stringe e proprio oggi, domenica 14 agosto, scade il termine per presentare i simboli dei partiti o movimenti nonché degli statuti. Ripercorriamo insieme i fatti principali.
Il Terzo polo
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e quello di Azione, Carlo Calenda, hanno deciso di correre insieme alle prossime elezioni del 25 settembre, dando così vita a quello che è stato ribattezzato “il Terzo polo”. Calenda cercava una nuova collazione dopo il ripensamento sulla sua alleanza col Pd, mentre Renzi è al lavoro per superare la soglia di sbarramento del 3%. Secondo le ultime informazioni, nell’accordo è prevista la spartizione al 50% dei collegi, un logo con entrambi i simboli dei partiti, ma solo il nome in grande di “Carlo Calenda”. Sarà lui l’unico frontman della campagna elettorale. Ciascuno schieramento avrà un capo gruppo per parte alla Camera e al Senato. Secondo il leader di Azione, il gruppo è “un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi”.
Oltre al Terzo polo, questa settimana è apparsa sullo scenario politico anche una nuova lista di centrodestra. Si chiama Noi moderati, è nata su iniziativa di Maurizio Lupi, del governatore ligure Giovanni Toti e dell segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, e confluirà nella coalizione di centrodestra. In un’intervista al Corriere della Sera, Lupi l’ha definita “una proposta politica basata sulla libertà di educazione, di impresa e di religione. Sulla famiglia, la solidarietà e la sussidiarietà e il protagonismo della persona e della società attuata con concretezza e responsabilità”.
La riforma sul presidenzialismo
Silvio Berlusconi ha annunciato che si candiderà al Senato ed è tornato a parlare di una riforma costituzionale su cui insiste da tempo: il presidenzialismo. Elaborando la sua idea in un’intervista a Radio Capital, ha ipotizzato le dimissioni dell’attuale capo di Stato Sergio Mattarella in caso di approvazione. Le sue parole hanno creato un grande scalpore e da più parti sono piovuti attacchi all’ex presidente del Consiglio. Il segretario del Pd Enrico Letta ha detto che il leader di Forza Italia “vuole cambiare la costituzione in senso peggiorativo“, mentre Carlo Calenda lo ha accusato di voler cacciare anche il presidente della Repubblica dopo quello del Consiglio. Berlusconi ha respinto tutte le critiche e affermato che non ha intenzione di spodestare nessuno. “Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo”, si è difeso.
Il presidenzialismo è un tema su cui Berlusconi batte dal 1995. Come precisa il Post, nel programma presentato dal centrodestra non c’è – si parla solo di elezione diretta del capo dello Stato, non di rivedere il sistema di poteri. Già nei mesi scorsi, Fratelli d’Italia aveva però presentato una proposta che comportava ben altri cambiamenti e prevedeva, tra l’altro, che il presidente della Repubblica fosse posto a capo del Consiglio dei ministri. Il testo, ricorda Pagella Politica, è stato respinto dalla Camera dei deputati il 10 maggio scorso.
Meloni risponde alle accuse: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia da decenni”
Nel corso degli anni, Giorgia Meloni è stata accusata più volte di non aver mai condannato pubblicamente il fascismo e di guidare un partito composto anche da nostalgici. In un video pubblicato in tre lingue – inglese, francese e spagnolo – ha risposto a questi attacchi e a chi la considera un pericolo per il futuro del Paese. “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche. E senza ambiguità è ovviamente anche la nostra condanna del nazismo e del comunismo, l’unica delle ideologie totalitarie del XX secolo che è ancora al potere in alcune nazioni”, ha detto. E ancora: “Ho letto che la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni di settembre comporterebbe un disastro, che porterebbe a una svolta autoritaria, all’uscita dell’Italia dall’Euro e altre sciocchezze di questo genere. Niente di tutto ciò è vero“.
Non tutti hanno creduto alla bontà di questa iniziativa. Sia il ministro del Lavoro Andrea Orlando che la senatrice a vita Liliana Segre, vittima della Shoa, hanno invitato Meloni a dimostrare coi fatti questa presa di distanza, togliendo dal simbolo del partito la fiamma tricolore. Il disegno comparve per la prima volta nel simbolo del Movimento Sociale Italiano e venne poi riproposto in quelli di diverse altre formazioni di destra ed estrema destra. Nonostante gli appelli, è presente anche nel simbolo che Fdi ha presentato al Viminale.
Le parlamentarie del M5s
La consultazione in rete degli iscritti per votare le proposte di autocandidatura per la composizione delle liste di candidati nei collegi plurinominali delle circoscrizioni nazionali e estere è stata convocata per il 16 agosto 2022 dalle ore 10 alle ore 22. E le polemiche interne non sono mancate. Il presidente dei pentastellati Giuseppe Conte ha spiegato che Virginia Raggi non è candidabile per il limite dei due mandati, ma l’ex sindaca della Capitale ha detto di non condividere la sua posizione. Non parteciperanno alle parlamentarie neanche l’ex portavoce di Conte, Rocco Casalino, e Alessandro Di Battista.
Il ‘credo’ di Salvini
Il leader della Lega ha pubblicato sui canali social il “manifesto” della sua campagna elettorale, lanciando “la parola chiave” del suo programma, ‘Credo’. “Credo nella libertà, nel lavoro, nella meritocrazia, nel coraggio. In un Paese orgoglioso che finalmente torna a scegliere. In una giustizia giusta, in una sanità che non lasci indietro nessuno. Nel rispetto di regole e persone. Credo in chi ha la forza di rialzarsi, in chi non molla mai, in chi ancora ha idee e princìpi. Credo nell’Italia, credo negli italiani“, scrive Matteo Salvini.
Il programma del Pd
La Direzione nazionale del Pd ha approvato all’unanimità il programma ‘Insieme per un’Italia democratica e progressista’. Si tratta di 44 schede tematiche che, come ha promesso Enrico Letta, verranno illustrate con “una proposta al giorno” nel corso della campagna elettorale. Al momento si sa che il progetto si basa su tre pilastri: sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza. Nella parte sull’ambiente della bozza, si citano anche i rigassificatori “il cui ricorso appare necessario, ma a condizione che essi costituiscano soluzioni-ponte, che rimangano attivi solo pochi anni e che possano essere smobilitati ben prima del 2050”. Per quanto riguarda il lavoro, una delle proposte è “zero contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni”, mentre per le famiglie a reddito medio e basso si prospetta “la piena gratuità del trasporto pubblico locale e dei libri scolastici”.
Nel programma, si parla anche di una riforma della cittadinanza, con una nuova legge pensata per le bambine e i bambini che studiano in Italia, di un provvedimento sul fine vita, di tutela della legge 194 sull’aborto e della riproposizione del Ddl Zan, con l’introduzione del matrimonio egualitario.
Donne e politica: una lunga strada
Per molte donne è ancora difficile essere prese sul serio in politica. Questa settimana Elisabetta Piccolotti e Michela Di Biase hanno sottolineato con non poco fastidio di non essere solo le compagne di esponenti politici importanti (la prima è coniugata con Nicola Fratoianni e la seconda con Dario Franceschini), ma anche e soprattutto persone che si sono spese per la politica per un lunghissimo tempo. Entrambe sono intervenute dopo essere state oggetto di indiscrezioni secondo le quali avrebbero ottenuto un seggio in parlamento proprio per via delle loro relazioni.
“Ringrazio le centinaia di persone che mi hanno espresso solidarietà, ricordando i miei 24 anni di impegno e passione politica, tutti fuori dal parlamento e a prescindere dal mio matrimonio”, ha scritto Piccolotti su Facebook, precisando: “Deciderà l’assemblea nazionale del mio partito se sono utile o sono d’intralcio, se candidarmi e dove, come sempre è stato”. Molto simile anche il messaggio di Di Biase. “Sì, sono la moglie di un uomo che come me fa politica, ci siamo conosciuti grazie alla militanza, come spesso accade a molti sul luogo di lavoro. Non lo conoscevo ancora quando per la prima volta mi sono candidata nel mio Municipio, a 26 anni, unendo all’impegno politico, l’università e il lavoro”, ha precisato ricordando di aver sempre chiesto la fiducia dei cittadini. “Descrivermi come la moglie di è in primo luogo ingiusto e, cosa molto più grave, è frutto di una cultura maschilista che vuole raccontare le donne non attraverso il loro lavoro, la loro storia ma attraverso l’uomo (marito, padre, fratello) che hanno accanto”.
Nuovi nomi tra i candidati
Nel parlamento che uscirà dalle elezioni del 25 settembre potrebbero sedere anche persone che non sono mai scese in politica, ma sono diventate note per aver intrapreso battaglie nel settore della giustizia e dell’ambiente. Tra i candidati di Sinistra Italiana-Verdi ci sono infatti il sindacalista Aboubakar Soumahoro, che da tempo si spende per i diritti dei braccianti e per sconfiggere il caporalato, e Ilaria Cucchi. Grazie alla sua caparbietà, la 48enne ha contribuito a far luce su quello che era accaduto al fratello Stefano, morto dopo il pestaggio da parte di due carabinieri mentre era in custodia cautelare in carcere. Entrambi sono stati oggetto di duri attacchi, ma non si sono spaventati. “Ho sempre lottato per gli ultimi, a partire da mio fratello, e continuerò a farlo con grande convinzione”, ha detto Cucchi.
Tra i candidati da tenere d’occhio c’è anche Federica Gasbarro, 26 anni, che si presenta con il gruppo di Luigi Di Maio. Definita ‘la Greta Thunberg italiana’, è un’attivista per i cambiamenti climatici. “Le idee di noi ragazzi, le nostre battaglie, i nostri valori e le future generazioni meritano ascolto”, si legge in un suo post su Instagram. “Pertanto, quando il ministro degli Esteri mi ha invitato a scrivere il programma della sua squadra politica, dandomi carta bianca sui temi ambientali (forte del sostegno della comunità scientifica) non ho potuto fare a meno di confermare la mia disponibilità totale. Cui è seguito anche l’invito a mettermi in gioco in prima persona, con la volontà fare da cassa di risonanza della mia generazione”.