Sono 101 i simboli depositati al ministero dell’Interno in vista delle imminenti elezioni legislative. Tra i contrassegni c’è anche un contrassegno che si richiama a Draghi, mentre Fratelli d’Italia non rinuncia al simbolo della fiamma tricolore. Ora scatta la corsa alle liste. Prima sedute delle Camere entro il 15 ottobre.

Alle ore 16:00 di domenica 14 agosto si è chiuso il termine per depositare negli uffici del ministero dell’Interno a Roma i simboli delle liste che proveranno a concorrere alle prossime elezioni politiche, fissate per il 25 settembre. Sono in tutto 101 i contrassegni consegnati al Viminale. I simboli sono stati presentati da 98 soggetti politici.

Simboli al vaglio del ministero dell’Interno

Per la scorsa tornata elettorale, nel 2018, il ministero dell’Interno esaminò 103 contrassegni depositati e ne ammise 75. Ora la commissione del dicastero procederà alle verifiche disponendo ammissioni, richieste di correzione o ricusazione. Le uniche restrizioni previste dalla legge stabiliscono che i contrassegni non possono riprodurre soggetti religiosi o richiami alle ideologie e ai simboli di fascismo e nazismo. Per tutto il resto, massima libertà per la scelta delle immagini, a patto che il simbolo non tragga in inganno l’elettore al punto da indurlo a scegliere un simbolo volendo invece mettere la croce su un altro.

Dal partito della Follia al Movimento dei Poeti

Quella per la consegna dei simboli è stata una lunga maratona. Le porte del Viminale si sono aperte ufficialmente la mattina del 12 agosto. I leader di partito erano già in fila dalle 22:00 di giovedì per essere i primi a consegnare il simbolo. L’offerta è variegata: si va dal Partito della follia ai gillet arancioni del generale Antonio Pappalardo. Passando per la lista “Rivoluzione Sanitaria”, del discusso giornalista Adriano Panzironi al Movimento dei Poeti. Già noto alle cronache, Giuseppe Cirillo si presenta al Viminale con una ragazza vestita da sposa. Cirillo vuole “sposare la follia per rendere più umana la politica” e nel contrassegno si presenta abbracciato ad una sirena.

È spuntato al fotofinish anche un simbolo che richiama il presidente del Consiglio Mario Draghi. I primi a depositare il contrassegno sono stati invece i Liberali del Pli guidati da Stefano De Luca, seguiti da Maie e lista Sacro Romano Impero. E ancora: La liga Veneta – lista a sostegno del presidente Zaia -; Movimento politico libertas (Mpl); il ‘Partito Unione nazionale italiana’.

Al settimo posto, il terzo polo si presenta con i simboli di Azione e Italia Viva con il nome del leader Carlo Calenda e del gruppo europeo Renew Europe, seguito all’ottavo posto, dal contrassegno ‘Noi di centro – europeisti’ di Clemente Mastella, mentre al nono Lega – Salvini Premier. Al decimo troviamo quello dall’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Sicilia. Il simbolo ‘De Luca sindaco d’Italia – Sud chiama nord’ è simile a quello presentato dall’eurodeputato, ex M5s, Dino Giarrusso. A sorpresa nel tardo pomeriggio di venerdì arriva al Viminale Roberto Fiore per consegnare il simbolo di Forza Nuova.

Conte e Letta unici due leader senza nome nel simbolo

Tra i principali partiti, solo Enrico Letta e Giuseppe Conte hanno deciso di non inserire il proprio nome nel simbolo delle rispettive liste. La lista Pd riporterà oltre al simbolo storico la scritta ‘Italia Democratica e progressista’. Il Movimento si affida al simbolo storico abbinato alla dicitura ‘2050’. Gli altri leader come Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Silvio Berlusconi (Forza Italia), Luigi di Maio (Impegno Civico), Carlo Calenda (Azione-Italia Viva-Renew Europe) hanno inserito il proprio nome nel simbolo.

La fiamma di Meloni accende la polemica

Nel simbolo di Fratelli d’Italia ci sarà la fiamma utilizzata anche dal Movimento Sociale Italiano e da Alleanza Nazionale. Nessuna retromarcia, dunque, nonostante le polemiche e gli appelli da più parti verso la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a cancellare la fiamma dal simbolo del partito.

La richiesta più autorevole è partita dalla senatrice Liliana Segre: “Nella mia vita ho sentito di tutto e di più, le parole pertanto non mi colpiscono più di un tanto. A Giorgia Meloni dico questo: inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito. Partiamo dai fatti, non dalle parole e dalle ipotesi”. In un messaggio indirizzato alla stampa internazionale Meloni aveva tra l’altro sostenuto: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”.

“Con rispetto e stima per la senatrice Segre: la fiamma nel simbolo di FdI nulla ha a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del percorso fatto da una destra democratica nella nostra storia repubblicana. Ne andiamo fieri”, la replica di Meloni.

Spunta il partito del presidente del Consiglio

A fine giornata sulla bacheca del Viminale è comparso un simbolo che si richiama al presidente del Consiglio Draghi, presentato per tutte le circoscrizioni italiane della Camera. Il simbolo presenta la scritta ‘Italiani con Draghi. Rinascimento’. Ignoti per ora il nome del presentatore e del capo politico. A Palazzo Chigi affermano di non sapere nulla su questo contrassegno.

Il partito dei cattolici con due capolavori dell’arte italiana

Tra i simboli depositati al Viminale c’è anche il contrassegno del partito dei cattolici. Nel logo sono raffigurati due capolavori dell’arte italiana: un particolare della Creazione di Adamo di Michelangelo, che decora la volta della Cappella Sistina, e la Cacciata dal Paradiso terrestre di Masaccio.

Prossime tappe: liste e candidati

Chiusa la partita dei simboli, presentati entro il 14 agosto, si apre quella della preparazione delle liste che dovranno essere presentate dai partiti tra il 21 e il 22 agosto: il 35esimo e il 34esimo giorno antecedente il voto. Le liste dei candidati vengono presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello. La prima seduta delle Camere dovrà tenersi entro il 15 ottobre.

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