Visioninmusica_LA VOCE DELLA TERRA

PERUGIA – Per molti perugini via Mario Angeloni è solo il nome di una delle strade più transitate della città, invece è molto di più di questo. Chi sia Mario Angeloni e cosa abbia fatto di tanto importante da meritare tutta questa considerazione lo ha spiegato Luca Gatti nel suo libro “Trentasei”, Bertoni Editore. In poco più di 300 pagine, il 43enne perugino – che ha impiegato quattro anni, di cui due e mezzo dedicati alla ricerca – ha tracciato il profilo di questo noto personaggio, di Perugia e della “provincia dell’Umbria che all’epoca andava da Città di Castello a Rieti”. Il racconto, infatti, è incentrato per lo più nel periodo storico compreso tra il 1900 ed il 1936, anno della morte di Mario Angeloni e che dà il titolo al libro.

Chi era Mario Angeloni? Era figlio di una nota e facoltosa famiglia di avvocati perugini educato, fin dall’infanzia, tra cimeli mazziniani e garibaldini, coltivando gli ideali della giustizia e della libertà. Per perseguirli ha rinunciato alla sua vita di agi e ha combattuto per cercare di raggiungere il suo sogno: dare vita ad una repubblica democratica. Ha vissuto negli anni delle lotte, delle aggressioni, degli omicidi e delle persecuzioni da protagonista assoluto, diventando il primo comandante italiano della Resistenza.

“Trentasei ha tre obiettivi: trasformare dei fatti storici in un romanzo, descrivere le perversioni a cui può portare l’ideologia del cambiamento e rendere omaggio ad un italiano, Mario Angeloni appunto, che ha combattuto la dittatura fascista per tutta la sua vita”, ha spiegato Luca Gatti, durante una presentazione del suo libro avvenuta presso il parco comunale di San Venanzo, affiancato dal noto giornalista Riccardo Cucchi.

La storia narrata nelle pagine del volume di Gatti nasce da un intreccio di biografie, fatte ed episodi realmente accaduti. Si parla delle conquiste e delle sconfitte agrarie del biennio rosso, dei sanguinosi fatti di Panicale (raccontati nei giornali dell’epoca e nelle cronache parlamentari), dell’avvento del fascismo e del crollo dei comuni rossi dell’Umbria (su tutti Perugia, con le devastazioni del marzo del 1921 dalle quali si salvò solo il quartiere di Porta Sant’Angelo, la roccaforte rossa), degli assalti delle squadre perugine e fiorentine e, infine, delle numerose vicende che riguardano Mario Angeloni.

Quasi tutti i personaggi raccontati sono realmente esistiti. “Ho cercato – ha detto Gatti – in ogni modo di non modificarne il percorso di vita e le parabole umane, figlie di anni infuocati in cui girare con una rivoltella era diventato per molti un obbligo e sfidare a duello per uno sgarbo era un attimo. Anni in cui vivere e morire inseguendo i propri ideali era per molti l’esistenza della vita”.

Tra i personaggi non esistiti c’è Bixio Pedersoli, la voce narrante del libro, e Leonida Bonucci, anche se la traiettoria della sua vita può ricordare quella del Ras perugino Alfredo Misuri, leader e capo indiscusso del primo squadrismo umbro, caduto presto in disgrazia per un’opposizione impavida e netta a Benito Mussolini. Misuri, infatti, fu aggredito e bastonato fuori dal Parlamento, proprio come lui stesso aveva insegnato ai giovani squadristi perugini, costretto a lasciare la città natale, la cattedra universitaria e a svendere tutto, persino le quote del birrificio che possedeva. Paradosso della storia, nonostante fosse un fervente nazionalista, conservatore e monarchico, è che finì confinato insieme a Mario Angeloni, a Giaele Franchini (moglie di Mario) ed a gran parte della classe dirigente del dopoguerra. Interessante è il suo libro di testimonianze “Ad Bestias”, custodito come reperto archeologico alla biblioteca comunale Augusta di Perugia.

Il libro traccia una fotografia molto chiara dell’Italia di quegli anni e di Perugia. Come, ad esempio, del ruolo della Società operaia di Mutuo Soccorso che, sotto la spinta degli ex garibaldini e mazziniani, aveva dato vita in tutta la città ad un capillare sistema assistenziale e di questo avevano il merito figure come l’avvocato Publio Angeloni, padre di Mario, “anticlericale, fervente repubblicano e mazziniano, convinto assertore, come il suo ispiratore, dell’emancipazione dei popoli attraverso l’istruzione”.

Ci sono citati anche vie e luoghi come il “Caffè Trasimeno” o “Caffè Guglielmo Baduel”, che era situato a Perugia in Corso Vannucci al civico 85, di cui ad oggi non ce ne sono tracce.

Un libro interessante, pieno di spunti storici e che, leggendo, ti porta a chiudere un attimo gli occhi e a pensare a come fosse la Perugia dei primi anni del ‘900. Una città ricca di storia e monumenti, polo culturale dove, dal 1308, c’è l’Università degli Studi di Perugia, uno degli atenei più antichi d’Italia e del mondo citato anche nel libro.

Da menzionare anche la dedica con cui si apre il volume: è rivolta a Laura Santi, giornalista e blogger affetta da sclerosi multipla, la prima ad aver letto il libro ancora non in stampa: “A Laura Santi, ai suoi consigli preziosi, alla sua fiducia in questa storia”.

Trentasei è un libro da leggere e da consigliare a tutti per ricordare od imparare quanto è stato fatto nei secoli scorsi per permettere alle generazioni di oggi di parlare in libertà di temi quali la democrazia e l’uguaglianza tra le persone, di ambo i sessi e nazionalità di origine.

L’AUTORELuca Gatti, classe è nato a Perugia. Nel 2005 dà vita a egmagazine.eu − pagina online di approfondimenti di politica europea, politica internazionale, arte e cultura. Nel 2010, dopo aver conseguito la certificazione Ditals dell’Università per Stranieri di Siena, inizia una nuova fase della sua vita come insegnante di Italiano a stranieri.

Nel 2012-2013 si trasferisce a Bruxelles per collaborare con il gruppo di eurodeputati polacchi al Parlamento europeo. Oggi lavora come insegnante di lingua e cultura italiana. Dal 2012 ha un blog, SkypeEuropa, sul giornale «Linkiesta», dove scrive di politica nazionale, europea e internazionale. Di recente ha iniziato una nuova collaborazione con il giornale «Gli Stati Generali». www.gattiluca.eu

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Luana Pioppi

È giornalista pubblicista, laureata in Economia ed Istituzioni presso l’Università degli Studi di Perugia. Dal 2003 al 2016 ha collaborato con il “Giornale dell’Umbria” scrivendo di cronaca, cultura e sport vari. Cura uffici stampa e la comunicazione di importanti associazioni ed enti.





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