Un nuovo report mostra che il mercato degli alloggi universitari in Italia è fortemente deficitario: sarebbero necessari 130mila posti letto e ne andrebbero creati 80mila. Una risposta potrebbe arrivare dai nuovi bandi del Pnrr.

Il mercato degli alloggi universitari in Italia è fortemente deficitario. Lo evidenzia il rapporto Lo student housing tra PNRR e mercato’ presentato nelle ultime ore a Roma da Scenari Immobiliari e Camplus, secondo cui sarebbero necessari almeno 130 mila posti letto e occorrerebbe realizzarne 80 mila nuovi.

La situazione odierna

Il report sottolinea che l’offerta strutturata di posti letto deve essere pari ad almeno il 20% degli studenti fuori sede (tasso di copertura medio europeo). Oggi, però, questa si attesta solo al 10,5%, grazie anche al contributo di enti privati che ne mettono a disposizione circa un quarto (il 2,4%). Secondo quanto si apprende, meno della metà delle 14 maggiori realtà universitarie supera la media nazionale.

Questo problema si inserisce in un quadro in cui il numero di studenti universitari fuori sede si è mantenuto in crescita nell’ultimo anno, sulla scia di un incremento che prosegue in modo costante dal 2015: nel 2022, infatti è aumentato di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 ed ammonta a oltre 660 mila ragazzi, con una crescita di oltre otto punti percentuali (+8,3%) rispetto al 2010.

Sfide e risorse

Secondo Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, “i nuovi bandi del Pnrr dovrebbero incentivare questi investimenti, garantendo ritorni economici interessanti anche in considerazione della forte pressione della domanda di riferimento: dal 4,50% nei capoluoghi di regione localizzati nel nord Italia al 6% stimato nelle altre città”. Il piano ha infatti stanziato 960 milioni di euro per finanziare nuovi alloggi per studenti e incrementare entro il 2026 il numero dei posti letto a oltre centomila su tutto il territorio nazionale.

La realizzazione di questo tipo di strutture viene considerata, sotto diversi punti di vista, un’opportunità per il territorio stesso in cui sorgono. Al tempo stesso, gli studenti rappresentano insieme ai flussi turistici una domanda rilevante che porta a modificare la pressione sui canoni di locazione. Basti pensare che a Roma, Bologna e Milano le punte rilevate per vivere all’interno di studentati superano i mille euro al mese per una camera.

Gli sviluppi per il futuro

Francesca Zirnstein, direttrice generale di Scenari Immobiliari, sostiene che “il mercato delle residenze per studenti fuori sede ha proseguito nella sua fase espansiva anche grazie alla volontà degli attori coinvolti di intraprendere importanti progetti di riqualificazione e riconversione immobiliare”. Dietro a questa spinta, “ci sono la diversa copertura territoriale di posti letto, la pressione della domanda di riferimento quasi al limite in alcuni ambiti urbani e la volontà, mediante concertazione, di strutturare una infrastruttura immobiliare, capace di garantire livelli adeguati sia di ritorno economico che di sostenibilità sociale”.

Della necessità di incrementare posti letto ha parlato anche Maurizio Carvelli, fondatore e Ad di Camplus sostenendo che il numero di posti letto da raggiungere è ambizioso ma ci sono le risorse per farlo. “Il privato e il pubblico, devono assumersi la responsabilità nei confronti dell’università, degli studenti e delle città. Il ministero dell’Università e della Ricerca sta dando un indirizzo chiaro che va in questo senso; per i soggetti privati, fondi di investimento e gestori sarà il momento di mettere in campo idee, soggetti, proposte nuove e competitive”, ha aggiunto.

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