Potenziamento della presa in
carico dei pazienti che necessitano di continuità terapeutica ed
assistenziale dopo la dimissione ospedaliera, riduzione dei
tempi di attesa e maggiore integrazione tra equipe ospedaliera e
territoriale al fine di individuare il setting assistenziale più
appropriato alle esigenze dei pazienti: sono i punti salienti
del nuovo modello organizzativo delle dimissioni protette messo
a punto grazie alla sinergia interaziendale tra l’ospedale Santa
Maria della Misericordia di Perugia e la Usl Umbria 1, volto a
definire un approccio uniforme per la gestione del percorso.
Le dimissioni protette – spiega l’azienda ospedaliera – sono
quell’insieme di azioni che costituiscono il processo
organizzativo del passaggio del paziente da un ambito di cura ad
un altro. Si applicano a persone fragili, prevalentemente
anziane, affette da quadri clinici complessi e con
pluripatologie croniche, per assicurare la continuità del
percorso di cura e assistenza dopo la dimissione ospedaliera.

   
Questo vale anche nel caso di persone ricoverate che hanno
necessità di continuità delle cure solo di tipo prestazionale
(ferite chirurgiche, lesioni da decubito, eccetera). Si tratta
di una dimissione pianificata e concordata tra il reparto
ospedaliero, i servizi territoriali, l’assistito, i suoi
familiari e il medico di famiglia.

   
Il progetto ha visto il coinvolgimento di un gruppo di lavoro
multidisciplinare delle due aziende e la sperimentazione è
partita a marzo 2022. È stato anche creato, all’interno
dell’azienda ospedaliera di Perugia, un nucleo operativo per la
continuità delle cure che centralizza tutte le richieste
provenienti dai reparti, elabora i casi, integra le
informazioni, monitora l’evoluzione dei pazienti, aggiorna la
Centrale operativa territoriale.

   
Dal nucleo operativo sono state erogate 1.312 consulenze nei
primi sei mesi del 2023 (segnando un 43% in più rispetto allo
stesso periodo del 2022) con l’attivazione, nella maggior parte
dei casi, di Assistenza domiciliare integrata e il trasferimento
in Rsa di 109 pazienti, con una costante riduzione dei tempi di
attesa di presa in carico da parte del territorio.

   

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Ansa Umbria

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