“È giunto il momento in cui
tocchiamo con mano e godiamo dei risultati della politica della
Lega in Umbria e, in questo caso, di Terni in particolare”: a
distanza di un anno dall’approvazione della nuova legge sui
canoni idrici, infatti, i Comuni sedi di impianti di derivazione
raddoppiano le loro entrate ricevendo il 35% delle entrate
relative alla componente fissa dei canoni previsti in bilancio,
il tutto a seguito dell’emendamento alla nuova legge 1/2023 del
consigliere Daniele Carissimi primo firmatario e di quello dei
consiglieri della seconda Commissione presieduta da Valerio
Mancini che l’hanno sottoscritto.

   
“A seguito del nostro intervento – evidenzia Carissimi in
una nota con tutto il gruppo consiliare Lega Umbria, Valerio
Mancini, Paola Fioroni, Manuela Puletti, Marco Castellari e
Eugenio Rondini – la Regione Umbria ha appena adottato la
delibera con la quale assegna e ricalcola gli importi derivanti
dai canoni di concessione per interventi a favore dei comuni
territorialmente interessati dagli impianti di grandi
derivazioni. Conseguentemente la città di Terni a seguito della
riforma promossa della Lega potrà beneficiare della ricaduta
periodica di 2.471.470 euro all’anno che rappresenta circa il
50% in più di quanto riceveva negli scorsi anni applicando la
precedente legge di bilancio che regolava a termine fino al 2024
con nessuna garanzia di rifinanziamento. La principale
differenza rispetto al passato risiede proprio nella
definitività dello stanziamento di tali risorse che pertanto
sono diventate strutturali, stabili e non sottoposte alla
discrezionalità della legge di bilancio e potranno essere
investite dai Comuni in progetti di sviluppo e valorizzazione
del territorio. Tanto per apprezzare la differenza, rispetto
alla norma vigente, gli stanziamenti sono passati da 260 mila a
600 mila euro per l’assetto del territorio e l’edilizia
abitativa, da 260 mila a 600 mila euro per la viabilità e le
infrastrutture stradali, da 800mila a 1 milione 850mila euro per
le politiche giovanili, lo sport e il tempo libero e da 280mila
a 647mila per il turismo per un totale di circa 3.700.000 euro.

   
Di queste provvidenze godranno non solo i Comuni sede di grandi
impianti ma anche quelli dei territori interessati da grandi
derivazioni idroelettriche, 13 comuni in tutto tra Valnerina ed
Orvietano.

   
I benefici introdotti dalla modifica voluta dalla Lega non
finiscono qui. E’ stato previsto che ulteriori 500mila euro
annui, pari al 5% degli introiti relativi alla componente fissa
dei canoni, sia destinata al finanziamento delle spese relative
alle attività di predisposizione e di gestione del piano di
tutela delle acque, finalizzato alla rinaturazione e al
ripristino ambientale dei corpi idrici regionali. Il 2% di
queste risorse saranno destinate in via esclusiva alle attività
dei Comuni territorialmente interessati dalle grandi derivazione
in modo da salvaguardare i corsi d’acqua e il 3% agli altri
Comuni della regione.

   
Come non bastasse, grazie all’emendamento ora i concessionari di
grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico sono obbligati a
fornire gratuitamente e annualmente alla Regione energia
elettrica in ragione di 220 kWh per ogni kW di potenza nominale
media di concessione, da destinare nella misura di almeno il 50%
ai servizi pubblici e alle categorie di utenti residenti nei
territori interessati dalla derivazione (oppure l’equivalente
monetizzato, in tutto o in parte, sulla base del prezzo zonale
orario medio effettivamente riconosciuto all’impianto). La
Regione, in alternativa alla cessione di energia, potrà
preferire la sua monetizzazione, anche integrale, a favore delle
medesime categorie di utenti e per i servizi pubblici previsti,
nella misura di almeno il 50% del totale”.

   
Mancini capogruppo Lega Umbria e presidente della seconda
Commissione, che ha accompagnato l’iter di modifica della legge
proposta dalla Giunta, ha sottolineato non solo l’impegno del
collega Carissimi e degli altri consiglieri regionali della
Lega, ma anche “la volontà politica nel voler andare incontro
alle comunità locali, prevedendo la possibilità in futuro di una
partecipazione diretta della Regione Umbria nella gestione dei
canoni idrici”. “Se oggi – ha aggiunto – ai Comuni arrivano
maggiori risorse è perché la Lega ha voluto modificare il testo
della legge attraverso degli emendamenti di buonsenso, elaborati
in sinergia con i territori. Con questo documento diamo certezze
finanziarie agli amministratori locali e meno risorse alle
multinazionali, del resto il patrimonio idrico è di tutti gli
umbri”.

   

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Ansa Umbria

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