La IV commissione presieduta da Michele Cesaro, nella seduta dell’11 ottobre, ha discusso due ordini del giorno sul tema dei costi energetici.

GLI ODG IN DISCUSSIONE

In apertura è stato trattato l’odg, presentato dai consiglieri Massimo Pici del gruppo Perugia Civica, Luca Valigi del gruppo Lega, Cristiana Casaioli e Gino Puletti del gruppo Progetto Perugia, sul tema: “Promuovere e sollecitare presso la Regione e gli enti sovraordinati provvedimenti urgenti a sostegno della rete dell’associazionismo sportivo, culturale e sociale, per fare fronte all’emergenza dei costi energetici nella gestione delle strutture comunali”.”.

Illustrando l’odg, Luca Valigi ha posto l’accento sull’incremento dei costi energetici mai visto prima, dovuto a situazioni contingenti inedite (crisi post-pandemia, siccità, guerra). Una situazione destinata a peggiorare ancora.

Nel nostro territorio sono molte le strutture di proprietà comunale (piscine, palestre, CVA, ecc.), date in gestione ad associazioni che costituiscono una vera e propria risorsa di rete sociale. Tali associazioni stanno lanciando grida di allarme e di aiuto, perché sicuramente non saranno più in grado di sostenere i costi energetici per lo svolgimento delle proprie attività.

In particolare modo si segnala che le associazioni che svolgono attività sportive natatorie dovranno subire incrementi percentuali dei costi a tre cifre, viste le caratteristiche particolarmente energivore degli immobili e degli impianti, per garantire un ambiente climaticamente adatto allo svolgimento delle attività.

Non a caso un’associazione ha già reso noto che a partire dal giorno 1° dicembre 2022 e fino al giorno 1° marzo 2023 alcune società sportive non saranno più in grado di garantire i servizi a causa dell’aumento delle bollette.

Con il decreto “Aiuti Bis” è stato istituito un apposito fondo, con dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2022, per finanziare l’erogazione di contributi a fondo perduto in favore di associazioni e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi, maggiormente colpite dalla crisi energetica.

Una quota delle risorse, fino al 50% della dotazione complessiva del fondo, è destinata alle società e associazioni dilettantistiche che gestiscono impianti per l’attività natatoria.

Si apprende da notizie stampa che la Regione stanno valutando ulteriori possibilità di sostegno economico a tale associazioni dilettantistiche.

In ragione di ciò e dell’importanza che rivestono le associazioni sul territorio nel dispositivo si chiede all’esecutivo di farsi parte attiva per promuovere presso la Regione e gli enti sovraordinati preposti, tutte quelle iniziative ed attività di sostegno per fare fronte all’aumento dei costi energetici, tali da garantire la vita delle associazioni e la continuità delle loro importanti attività.

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Successivamente è stato illustrato l’odg dei consiglieri Marko Hromis ed Elena Ranfa (PD) su “Intervento urgente a favore dei soggetti che detengono la convenzione pubblica per la gestione e l’utilizzo di immobili in aree verdi, impianti sportivi, piscine e sale comunali al fine di scongiurarne l’interruzione delle attività

Il consigliere Hromis, in avvio di illustrazione, ha riferito che la delibera di Giunta di determinazione delle tariffe per il noleggio di cva, sale comunali e impianti pubblici in convenzione con enti e associazioni del territorio che promuovono e realizzano attività sportive, ricreative e culturali, risale ormai ad oltre due anni. Nel frattempo si sono susseguiti una serie di eventi, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, che hanno provocato rilevanti problemi economici per le famiglie, con un’inflazione salita all’8,9% per il mese di settembre 2022.

Dal marzo 2020, mese della sopracitata delibera, all’agosto del 2022, ultimo disponibile, l’indice dei prezzi al consumo per famiglie, operai ed impiegati è salito dal 102,6 al 113,2.

L’ARERA ha pubblicato in questi giorni l’aggiornamento dei prezzi per le forniture di energia elettrica confermando un rincaro dei prezzi di circa il 60% rispetto al trimestre precedente.

Il prezzo del gas sul mercato europeo di riferimento, il Ttf di Amsterdam continua a salire, e le principali società italiane di ricerca e consulenza stimano per il prossimo trimestre un incremento medio di spesa del 70%.

Intanto i decreti Aiuti ed Aiuti bis confermano il carattere di urgenza delle misure da prendere.

Poiché dietro ad ogni soggetto che stipula una convenzione per l’utilizzo di strutture pubbliche, ci sono volontari, famiglie, utenti e tanto lavoro fatto per tenere in piedi il tessuto sociale, sportivo, culturale e ricreativo del territorio, realtà che dovranno fare i conti con problemi legati all’aumento dei costi che potrebbero portarli alla chiusura delle strutture, alla rinuncia della convenzione o comunque a un servizio non più puntuale, nel dispositivo si chiede all’esecutivo comunale:

-a prendere atto del problema, acquisire le testimonianze dei soggetti direttamente coinvolti e convenzionati.

– a coinvolgere altri enti per sviluppare una partecipazione più larga ed efficace possibile

– a porre in atto ogni possibile azione necessaria per scongiurare così la chiusura di luoghi che rappresentano il cuore pulsante della vita associativa, sportiva, culturale e ricreativa di Perugia, in altre parole piscine, CVA, palazzetti e sale comunali.

LE RELAZIONI DEGLI OSPITI

Antonello Volpi, presidente della società Azzurra, che ha in gestione una decina di piscine in tutta l’Umbria, ha spiegato che per mantenere i parametri imposti dalla legge i gestori degli impianti natatori sono costretti a farsi carico di importanti costi. Tali spese, con gli aumenti dovuti alla contingenza (crisi economica, crisi energetica, ecc.) stimabili in 10-15mila euro al mese per piscina, sono diventati insostenibili. Ecco spiegata la comunicazione inviata al Comune di Perugia che preannuncia l’ipotesi della chiusura degli impianti per il periodo invernale.

Secondo Volpi la situazione è talmente grave da richiedere un intervento congiunto da parte di tutte le istituzioni, non essendo i soli comuni in grado di farsi carico da soli del problema.

Mensilmente – ha rimarcato Volpi – negli impianti gestiti da Azzurra vi sono tra 500 e 700 utenti. Le eventuali chiusure, dunque, sarebbero devastanti per l’utenza e per i lavoratori impegnati nel comparto.

In conclusione Volpi ha riferito che per sopravvivere 6 mesi il comparto (21 piscine) ha bisogno di circa 2 milioni di euro: ecco perché si chiede di aprire un confronto con le istituzioni.

Il presidente dell’associazione ricreativa Montelaguardia Cesare Rotini è partito da un’analisi dell’esistente per riferire che l’associazione oggi ha 170 iscritti e gestisce una struttura molto bella ma con un neo, ossia il riscaldamento a pavimento con costi altissimi visto che deve rimanere acceso h. 24. Rotini ha spiegato che a fronte di bollette di marzo e maggio di 1700 euro l’associazione ha incassato 990 euro, operando in perdita. E per il futuro le prospettive non sono buone avendo già rinunciato all’attività 3 associazioni su 4. Per tale ragione il consiglio dell’associazione ha deciso dal prossimo 23 ottobre di garantire solo l’apertura e chiusura delle sale ma senza accendere il riscaldamento. Quanto alle azioni da mettere in campo, Rotini ha chiesto di procedere ad una mappatura di tutte le strutture comunali onde avere un quadro della situazione sull’efficientamento e capire gli interventi da porre in essere caso per caso per migliorare il rendimento generale.

Per Loreno Mercanti, presidente del Coordinamento Centri Socio Culturali del Comune di Perugia, esiste un effettivo problema di gestione delle strutture socioculturali comunali legato prima alle restrizioni covid ed oggi all’aumento delle spese energetiche con bollette quadruplicate, impossibili da coprire con le tessere d’iscrizione.

Ciò mette a rischio l’attività che i centri garantiscono soprattutto in favore delle famiglie meno abbienti e degli anziani a prezzi calmierati; per tale ragione servono per scongiurare una contrazione dei servizi risorse circa 50mila euro.

Di situazione complessa ha parlato l’assessore allo sviluppo economico Gabriele Giottoli sia per ciò che concerne l’ambito sportivo che dei centri socio-culturali a causa del caro-energia. Oggi affrontare questa situazione drammatica senza aiuti da parte dello Stato è impensabile, perché lascia i Comuni da soli in un viaggio ad occhi chiusi senza soluzioni praticabili.

L’auspicio, pertanto, è che il prossimo Governo nazionale, quanto prima, metta questo tema al centro della sua agenda.

Con dati che confermano aumenti del 400% per le spese degli impianti sportivi, Giottoli ha espresso indignazione per il comportamento di Eni, società partecipata al 38% dallo Stato che ha acquisito utili nel 2021 per 4,17 miliardi che salgono (in previsione) al 2022 fino ai 15 miliardi di euro (+700%) proprio grazie al caro energia, ma senza investire alcuna somma per sostenere il Paese.

Il dirigente Gabriele De Micheli ha riferito che il Comune ha dato corso già da tempo ad alcuni progetti finalizzati all’efficientamento delle numerose strutture comunali (200 edifici) presenti in città; purtroppo solo alcuni di questi progetti (10-12 circa) hanno trovato un’attuazione grazie ai fondi strutturali europei (por-fesr) a causa della limitatezza delle risorse inserite nei bandi. Anche sulle fonti rinnovabili il Comune è cresciuto molto ed oggi ha un potenziale di picco di 1 mega watt. Quanto alle comunità energetiche si tratta di un tema che l’Amministrazione sta seguendo: tuttavia mancano ad oggi i regolamenti attuativi della normativa con ciò rendendo la partita inattuabile.

Rispondendo ad un quesito del presidente Cesaro, Giottoli e De Micheli hanno ricordato come il Comune abbia programmato da tempo azioni reali sull’efficientamento energetico procedendo alla sostituzione di tutti e 31mila i punti luce comunali tramite adesione alla piattaforma consip. Purtroppo gli aumenti vertiginosi dell’energia stanno penalizzando anche l’ente in questa partita.

DIBATTITO

Maria Cristina Morbello (TPPU-Civitas) ha evidenziato che ormai da mesi gli aumenti stanno mettendo in crisi famiglie, aziende ed associazioni, quest’ultime impossibilitate a mantenere attivi servizi ed impianti, con prospettive addirittura peggiori con l’arrivo dell’inverno.

Di fronte a questo quadro sono molteplici le strategie da porre in essere. A livello comunale occorre puntare sulle comunità energetiche, utili per abbattere le spese.

Per il resto la politica deve adottare contro il caro bollette scelte emergenziali, così come fatto durante la pandemia, per tutelare la tenuta del sistema.

In Umbria occorre accelerare con decisione sulle fonti rinnovabili, in particolare le centrali idroelettriche in grado, potenzialmente, di coprire le esigenze energetiche casalinghe.

Qui serve un cambio di passo rispetto alle politiche dei governi regionali del passato.

Infine va sfruttata l’occasione rappresentata dai 170 miliardi non ancora spesi del Pnrrr, ben sapendo che quella non può essere la panacea di tutti i mali.

Anche per Nicola Volpi (Progetto Perugia) la situazione è drammatica ormai da mesi e con l’inverno alle porte è destinata ad aggravarsi. A fronte di ciò, come sostenuto ormai da mesi da Anci, vi è il rischio che le Amministrazioni comunali si vedano costrette a tagliare i servizi alla cittadinanza non essendo in grado le casse di sostenere il peso degli enormi aumenti legati al costo dell’energia. Per questo secondo Volpi le risorse per uscire da questa situazione devono arrivare necessariamente dal Governo nazionale tramite la creazione di un fondo apposito; in tal senso sembra andare il fondo introdotto nelle scorse ore dal ministero per la Transizione ecologica di circa 350 milioni di euro da destinare alle amministrazioni pubbliche per la transizione energetica negli edifici pubblici.

Gino Puletti (Progetto Perugia) ha fatto presente quanto il consiglio comunale sia sensibile nei confronti delle realtà sociali e sportive della città, di cui ha raccolto il grido d’aiuto.

Emerge in tale contesto una situazione che richiede interventi immediati ma, contemporaneamente, l’avvio di una programmazione oculata finalizzata all’efficientamento energetico. Quanto all’immediatezza, sentire che Eni, partecipata statale, ha avuto guadagni enormi dall’aumento dei costi per l’energia senza che a ciò siano corrisposti interventi a favore del Paese, è scandaloso ed inaccettabile.

Restano le buone intenzioni, ma anche troppi vincoli burocratici: si pensi solo al fatto che nel decreto aiuti bis sono previste risorse in favore delle associazioni (in particolare quelle gestrici gli impianti natatori) per 50milioni di euro, bloccare per mancanza dei regolamenti operativi. Occorre quindi far fronte comune alzando la voce nei confronti dello Stato per ottenere provvedimenti urgenti e concreti.

Secondo Alessio Fioroni (FI) è evidente che in Italia non si fa programmazione, tanto è vero che di ciò si vedono oggi le conseguenze deleterie. Tutti, inoltre, siamo d’accordo sull’importanza sociale che riveste lo sport, ma ciò stona con il dibattito politico all’interno del quale si parla pochissimo di sport. Sul tema della crisi energetica Fioroni ha chiesto cosa possa fare il Comune. La risposta è avviare, come sembra stia accadendo, un’attenta programmazione per evitare che in futuro la situazione peggiori ulteriormente. Nell’immediato, invece, occorrono interventi seri e risolutivi da parte dello Stato, magari utilizzando proprio quelle risorse guadagnate da aziende partecipate, come Eni, a scapito dei cittadini.

Anche Emanuela Mori (IV) ha confermato la drammaticità della situazione soprattutto per ciò che riguarda le associazioni sportive, in primis quelle che gestiscono le piscine.

Lo sport- ha detto – è fondamentale per la cittadinanza; per questo se oggi, come paventato, dovessero chiudere gli impianti si prolungherebbero gli effetti di frattura sociale determinati dalla pandemia. Mori ha quindi chiesto al Consiglio Comunale, al sindaco ed alla giunta di farsi promotori di una battaglia che parta dal livello regionale fino ad arrivare a quello nazionale affinché si adottino provvedimenti con aiuti reali in favore di associazioni, aziende e cittadini.

Massimo Pici (Perugia Civica) ha spiegato che le associazioni sportive e culturali sono presidi sociali sul territorio, svolgendo, per conto del Comune, attività fondamentali all’interno di impianti pubblici. Dunque la parte lesa di questo processo legato all’aumento dei costi è principalmente il Comune. Pertanto è doveroso che l’Ente faccia sentire la sua voce in tutte le sedi istituzionali a tutela del mantenimento dei servizi alla cittadinanza.

La vice presidente della commissione Elena Ranfa (PD) ha sostenuto che il Comune, come tutti gli altri enti coinvolti, ha il dovere di fare la sua parte fino in fondo, prendendosi impegni precisi oltre a svolgere un ruolo di pungolo nei confronti di regione e Stato.

Occorre, in una fase delicata come quella attuale, agire per priorità perché si tratta di un’emergenza sociale che colpisce soprattutto giovani e anziani.

E’ quindi necessario che, in primis, il Comune ripensi alla sua programmazione dando rispose forti su una partita che tocca da vicino associazioni, ma soprattutto famiglie e persone.

Fabrizio Croce, capogruppo IPP, ha fatto presente come dal dibattito non sia emerso che il campanello d’allarme era già suonato tempo fa in occasione della piena pandemia, quando molte attività sportive e ricreative avevano rischiato seriamente di chiudere. In tal sede Idee Persone Perugia aveva chiesto, con un odg, di adottare misure strutturali, sul fronte comunale, regionale e statale, per scongiurare l’interruzione di servizi che vengono svolti, per conto del Comune, in favore della cittadinanza.

Oggi abbiamo il dovere, come istituzione, di fissare delle priorità per tutelare chi svolge un’attività di presidio sociale essendo in ballo il benessere della gente.

La consigliera di Progetto Perugia Cristiana Casaioli ha chiuso il dibattito confermando la necessità di porre in essere azioni immediate per tutelare le società sportive e le associazioni che gestiscono strutture comunali svolgendo un ruolo sociale, onde evitare che la situazione, già grave, degeneri ulteriormente portando alla chiusura dei servizi.

E’ nostro dovere – ha detto – lavorare su tale fronte affinché si trovino le soluzioni migliori nel confronto tra tutte le Istituzioni interessate. A tal proposito Casaioli ha chiesto di ampliare in Commissione il novero dei soggetti da audire, inserendo l’assessore regionale Morroni onde poter avere chiarimenti sulla partita delle fonti rinnovabili, determinanti per portare il territorio verso una sempre maggiore indipendenza energetica.

Il dibattito proseguirà nella prossima seduta con ulteriori audizioni.



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