Tanti giovani scelgono di lasciare le grandi città per trasferirsi in campagna. Dalle linee guida dell’Ue agli incentivi italiani contro il problema dei costi, ecco le opzioni da considerare per chi vuole intraprendere questa strada.
“La città l’è piena di tentazioni, l’è tentacolare!”, dice la madre al figlio Artemio, cioè Renato Pozzetto, nel mitico film “Il ragazzo di campagna” (1984) in cui il personaggio che interpreta, un contadino 40enne, lascia il paese per Milano. Oggi la tendenza contraria è un dato: molti giovani si trasferiscono fuori dai grandi centri, spesso incentivati dalle iniziative delle istituzioni che guardano soprattutto alle attività agricole.
Così c’è chi produce energia rinnovabile, chi apre fattorie didattiche, chi inventa “agriasilo”, chi avvia attività ricreative, chi si occupa di vendita diretta, chi cura i parchi, i giardini e il paesaggio, chi si dedica all’agricoltura sociale coinvolgendo persone diversamente abili, detenuti e tossicodipendenti.
La “voglia di campagna” è ai massimi storici, secondo Coldiretti: “La pandemia ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo”, ha dichiarato il presidente Ettore Prandini. “Le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia hanno ridotto la presenza di lavoratori stranieri ed aumentato quella degli italiani che sono tornati a considerare il lavoro in agricoltura una interessante opportunità. Il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative sia per chi vuole trovare un’occupazione all’aria aperta lontano dal traffico e dallo smog della città”, conclude.
Gli ultimi dati in Italia e in Europa
Oltre 55mila under 35 italiani hanno scelto di costruirsi un futuro investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green. I numeri riferiti al 2022 del rapporto del Centro studi divulga sottolineano come l’agricoltura sia oggi un punto di riferimento importante per le nuove generazioni, facendo segnare anche una crescita positiva.
Quell’1% registrato negli ultimi dieci anni diventa ancora più significativo se si considera quanto questo arco di tempo sia stato caratterizzato dalle crisi, dalla pandemia e dalle incertezze dovute a conflitti internazionali, tanto che praticamente in tutti gli altri mercati ci sono stati cali, soprattutto nel numero di aziende condotte da under 35.
Negli ultimi 12 mesi sono nate in media 17 nuove attività agricole giovani al giorno, attente alla digitalizzazione, all’informatizzazione e all’innovazione, come mostrano le elaborazioni dei dati del Censimento Istat. In generale le imprese under 35 hanno una “superficie agricola utilizzata” superiore di circa il 54%, un fatturato più alto del 75% e il 50% di lavoratori per azienda in più.
E sono proprio i giovani imprenditori i titolari delle imprese agricole biologiche, più grandi rispetto a quelle convenzionali, in aumento nel Vecchio Continente. La quota di terre dell’Unione europea coltivate in modo biologico è salita di oltre il 50% dal 2012 al 2020, quando ha raggiunto il 9,1% della superficie totale. Lo dicono i dati del Market Brief sull’agricoltura biologica pubblicato il 18 gennaio 2023 dalla Commissione europea.
L’Ue e la nuova Politica agricola comune
Nota come Pac, la nuova Politica agricola comune in vigore dal primo gennaio 2023, mette al centro la figura del “giovane imprenditore agricolo”, inteso come under 40 al suo debutto da capo azienda e già formato: in sintesi deve avere almeno un titolo di studio, o almeno 150 ore di formazione a indirizzo agricolo. In alternativa possono bastare 3 anni di lavoro nel settore.
Chi supera gli ostacoli legati ai rigidi requisiti può ottenere sostegni dedicati, integrazioni al reddito, fino a 100mila per le start-up agricole e l’accesso a benefici come quelli della misura “Più Impresa”, la cui dotazione però al momento risulta esaurita.
Le misure UE comunque prevedono un aiuto supplementare per “il sostegno al reddito nella forma del pagamento per i giovani agricoltori (YFP)”, oltre a sovvenzioni, prestiti e garanzie tramite il Fondo di Sviluppo Rurale. Nel quadro europeo si inserisce anche Garanzia Giovani, l’iniziativa che mira a fornire opportunità di lavoro e formazione agli under 30 tra tirocini, corsi e incentivi all’auto-imprenditorialità.
Gli incentivi a favore delle campagne in Italia
In Italia, ai tempi del cosiddetto piano per la sovranità alimentare, gli aiuti non mancano. La manovra del governo ha previsto oltre 2 miliardi per l’agroalimentare italiano: esenzione Irpef, credito d’imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia, fondi da 225 milioni di euro per l’innovazione e la digitalizzazione.
Inoltre, il bonus giovani imprenditori agricoli, prorogato fino al 31 dicembre, assicura l’esonero contributivo per due anni ai “coltivatori diretti e Imprenditori Agricoli Professionali (IAP)” con meno di 40 anni che si iscrivono alla previdenza agricola. C’è poi un nuovo sistema di prestazioni occasionali per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso la piattaforma “Jobincountry” specializzata nelle assunzioni presso aziende agricole.
È bene poi tenere d’occhio i bandi legati al Pnrr. Complessivamente il ministero delle Politiche agricole (Masaf) ha il compito di gestire 4,88 miliardi di euro ed è titolare di queste misure: lo sviluppo della logistica per agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo con una dotazione di 800 milioni di euro, i lavori del Parco Agrisolare con 1,5 miliardi, l’innovazione e meccanizzazione nel settore agroalimentare con 500 milioni, investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche con 880 milioni e i contratti di filiera e di distretto con 1,2 miliardi di euro.
Rispetto alla media europea i giovani imprenditori agricoli italiani aumentano di meno. Il presidente della Commissione Agricoltura Mirco Carloni ha presentato una proposta di legge per sostenere gli under 40 con fondi, garanzie di credito e facilitazioni fiscali, nell’ottica di un ricambio generazionale con i contadini sempre più anziani. Concretamente, oltre a un sistema di aliquote favorevoli, si ipotizza di stanziare 100 milioni di euro all’anno, a partire dal 2024, per agevolare il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo.
Nelle campagne la necessità sarebbe immediata. Con l’arrivo della primavera c’è posto per almeno 100mila giovani. Oltre a raccoglitori per la frutta, le verdure e la vendemmia, servono trattoristi, serricoltori, potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0, esperti di droni, di dati metereologici e di strumenti informatici.
Il problema dei costi
Oltre ai cambiamenti climatici e alla siccità che fa soffrire 300mila aziende, una delle difficoltà principali che i giovani nelle campagne devono affrontare è l’accesso alla terra e al credito. Un ettaro di terreno agricolo in Italia costa mediamente 20.900 euro ma nelle zone dei vigneti più rinomati si raggiunge anche quota 1,5 milioni di euro. Al Sud conviene più che al Nord.
In questo quadro l’iniziativa di Ismea “Generazione Terra” copre fino al 100%, per un massimo di 1,5 milioni di euro, il prezzo di acquisto dei terreni da parte di under 41 “che intendono ampliare la superficie della propria azienda agricola ovvero avviare un’iniziativa imprenditoriale in agricoltura, in qualità di capo azienda”. La dotazione finanziaria del fondo però è già esaurita, ne è stata data notizia il 27 febbraio 2023. Ismea gestisce anche la Banca Nazionale delle Terre Agricole sotto l’egida europea: consente di cercare un terreno in pochi clic, fare una manifestazione d’interesse e presentare un’offerta.
A proposito del Meridione, “Resto al Sud” è l’incentivo che “sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero-professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord”. Gestito dall’Agenzia per lo Sviluppo di Invitalia, è rivolto a chi ha meno di 56 anni e ha a disposizione 1 miliardo e 250 milioni di euro: al primo febbraio 2023 ne erano stati usati solo 727 milioni, per oltre 14mila progetti finanziati e quasi 52mila posti di lavoro creati.
Il fascino delle campagne
È come se gli spazi dei centri urbani risultassero saturi, tanto da spingere le persone a cercare nuovi orizzonti, occasioni professionali, un tenore di vita migliore e, perché no, aria pulita. I giovani in particolare trovano opportunità, lavoro e incentivi concreti nel settore agricolo, affidandogli obiettivi di crescita per la vita personale e per la carriera, anche con buone prospettive future. Così il ritorno alla terra diventa realtà.
Oggi la gran parte della produzione dei giovani imprenditori riguarda la coltivazione di ortaggi, gli allevamenti di animali e il vino. Nel 2022 oltre 1 milione di persone, di cui quasi uno su tre ha meno di 35 anni, ha trovato lavoro in agricoltura.
“Storie di giovani, veri protagonisti italiani della transizione ecologica, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire”, così la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati parla di “un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità”, presentando le imprese candidate all’Oscar Green.
Il Premio Oscar Green 2023 “Generazione in campo”
Si tratta del riconoscimento dedicato all’innovazione pensato per le aziende che creano sviluppo e lavoro. È possibile iscriversi fino al 30 aprile 2023 tramite il sito giovanimpresa.coldiretti.it in una delle sei categorie del concorso.
La prima sezione “Energie per il futuro e sostenibilità” premia le produzioni ecosostenibili, improntate al recupero e al riciclo, all’economia circolare e alla chimica verde, riducendo i rifiuti e lo spreco di energia. “Impresa Digitale” invece pensa alle giovani aziende agroalimentari capaci di unire tradizione e innovazione utilizzando nuove tecnologie, strumenti digitali, e-commerce e web marketing.
La categoria “Campagna Amica” è incentrata sul Made in Italy da rinnovare con nuove forme di vendita e di consumo, mentre “Custodi d’Italia” valorizza chi presidia le aree più marginali e difficili sul territorio. “Fare Filiera” promuove la capacità di fare rete e partnership tra mondo artigiano, dimensione digitale, turismo, design e ricerca universitaria. Infine “Coltiviamo solidarietà”, rivolta anche a enti pubblici, cooperative e consorzi, ha al centro i bisogni delle persone e della collettività, da soddisfare attraverso servizi dal valore economico, etico e sociale.