Che all’Aeroporto di Perugia mancassero i voli è sotto gli occhi di tutti ormai da anni. Da ieri sappiamo anche che manca la sicurezza.
Una resa dei conti. I contorni di quanto avvenuto sabato pomeriggio in aeroporto, con personaggi dal pedigree criminale certificato a tentare di ammazzarsi a botte, tentativi di soffocamento e separatori di metallo usati come clave, sono ancora frutto di accurato studio da parte degli investigatori. Non un qualcosa di improvviso, per una parola di troppo o per una fila saltata. No. L’ipotesi che sta prendendo piede, chiaramente ancora tutta da verificare, è che la zuffa sia stata cercata.
LA SICUREZZA
Quel che è emerge, comunque, è la strafottenza dei partecipanti alla rissa trattenuti con non poche difficoltà da uno sparuto gruppo di agenti presenti in loco. Minuti interminabili conclusi soltanto dopo l’ausilio delle Forze di Polizia giunte da Perugia per dar manforte ai colleghi dell’Aeroporto. Insomma una falla nella sicurezza, perché si crede che nell’Aeroporto di San Francesco approdino o partano soltanto persone votate alla pace e mai si pensa, o lo si fa troppo tardi all’italiana maniera, al potenziale pericolo. Pensare che a Perugia c’è un dispositivo antiterrorismo denominato API, le aliquote di primo intervento ovvero reparti dell’Arma dei Carabinieri che hanno il compito di intervenire all’interno di situazioni ad alto rischio, prevenire o contenere atti di terrorismo.
Un dispositivo che aldilà delle belle intenzioni ha dimostrato di non avere la reattività sperata. Ammesso che siano stati allertati in questa occasione. E, per carità, che non si dica “Tanto era una rissa e non un attentato”, perché che un atto criminale sia definito come attentato lo si comprende molte volte a posteriori. Nel dubbio non si possono lasciare i passeggeri, i turisti, la linfa Economica dell’Umbria, nel panico.
Insomma, siamo certi che investigatori e magistratura faranno un ottimo lavoro per far luce su quanto accaduto sabato pomeriggio in Aeroporto. Al contempo ci auguriamo che la politica si interroghi per migliorare sotto ogni aspetto (non solo lo scarno numero di tratte) l’Aeroporto di Perugia. Per il momento, ai fedeli, non resta che sperare nell’ala protettrice di San Francesco.