Dall’insediamento delle Camere al giuramento: i tempi per la nascita del governo saranno rapidi. Meloni potrebbe giurare prima della fine del mese prossimo, inaugurando il primo esecutivo italiano guidato da una donna.
Giorgia Meloni potrebbe giurare da presidente del Consiglio di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella già il 25 ottobre. A questa data storica – che vedrà per la prima volta una donna alla guida di un esecutivo in Italia – ci separa meno di un mese, e nel giro di qualche settimana potrebbe così prendere il via ufficiale la XIX legislatura. Ecco quali saranno le tappe da qui all’insediamento del nuovo governo.
Convalida degli eletti
Il primo passaggio è di natura amministrativa. Le Corti di Appello nelle prossime due settimane effettueranno le dovute verifiche sulla regolarità delle procedure di voto e procederanno alla proclamazione degli eletti: 400 deputati per la Camera dei deputati e 200 senatori per Palazzo Madama.
Prima seduta della Camere
La prima seduta delle Camere è fissate per il 13 ottobre. I due presidenti provvisori saranno Ettore Rosato per la Camera dei deputati e Liliana Segre per il Senato. La loro scelta non è casuale. A Palazzo Madama è chiamato a presiedere la prima seduta il parlamentare più anziano dal punto di vista anagrafico, mentre a Montecitorio l’anzianità si calcola in base alle legislature svolte.
Il primo adempimento per i nuovi parlamentari sarà quello di eleggere i presidenti delle due Camere. Al Senato, la procedura si chiude entro il quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei senatori, mentre il terzo è a maggioranza assoluta dei presenti. Se nemmeno dopo questa fase si arriva a un nome, si procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto più preferenze nel precedente scrutinio. A Montecitorio, invece, serve la maggioranza dei due terzi dei deputati al primo tentativo, al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti. Dal quarto, basta la maggioranza assoluta dei voti. Nella stessa seduta i parlamentari costituiscono i gruppi e indicano i presidenti dei gruppi.
Le consultazioni
Insediate le Camere si apre ufficialmente la fase delle consultazioni. Il presidente della Repubblica avvia il giro di colloqui con le più alte cariche dello Stato e i gruppi politici per formare il nuovo esecutivo. Il primo giro di consultazioni è con i presidenti di Camera e Senato, poi c’è il rito del colloquio (anche telefonico) con gli ex presidenti della Repubblica. Le consultazioni potrebbero iniziare già il 14 ottobre e stavolta i tempi saranno strettissimi: massimo tre giorni. Si parte dai gruppi più piccoli (per numero di eletti) e si chiude con i gruppi e partiti che hanno il maggior numero di parlamentari. Il centrodestra formato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi con l’Italia potrebbe presentarsi con una delegazione unica. Accorciando ancora di più i tempi.
Incarico al premier
Concluse le consultazioni al Colle, il capo dello Stato ha tre strade: mandato pieno a un premier incaricato, mandato esplorativo a una personalità politica o nuovo giro di consultazioni. La seconda e terza ipotesi si verificano, come nel 2018, quando non c’è una maggioranza chiara in parlamento.
In questo caso, invece, sul risultato ci sono pochi dubbi e ci si aspetta che il presidente della Repubblica convochi al Colle la personalità indicata dai partiti che hanno la maggioranza in parlamento per affidargli l’incarico di formare un governo. Il centrodestra, alla vigilia delle elezioni, ha stabilito una regola: il partito che arriva primo indica al capo dello Stato il nome per l’incarico. Sarà dunque Fratelli d’Italia a indicare il nome al capo dello Stato e questo nome sarà quello della leader: Giorgia Meloni.
La procedura vuole che a questo punto la persona incaricata accetti l’incarico con riserva e la sciolga una volta che avrà la certezza di poter formare il governo e una lista di ministri.
Giuramento e prima seduta
Una volta che la lista dei ministri è stata sottoposta al presidente della Repubblica e approvata, si procede alla fase successiva: il giuramento del nuovo governo davanti al capo dello Stato. Al termine della cerimonia, il presidente del Consiglio viene accolto da quello uscente a Palazzo Chigi, che gli consegnerà la nuova campanella. Se tutto andrà secondo i piani, Meloni la riceverà da Draghi e, una volta suonata, il nuovo governo entrerà ufficialmente in carica. Può quindi riunirsi il consiglio dei Ministri, che avrà il compito di nominare anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e il Segretario del Consiglio.
La fiducia alle Camere del nuovo governo
L’ultimo scoglio è la fiducia. Entro dieci giorni dal giuramento, il presidente del Consiglio deve infatti tenere il suo primo discorso in parlamento e chiedere la fiducia (prima alla Camera, poi al Senato). Solo se la ottiene, può iniziare a governare a tutti gli effetti. Data l’ampia maggioranza di cui gode la coalizione di centrodestra sia alla Camera che al Senato, non dovrebbero esserci sorprese. Saranno comunque necessari almeno 201 sì nel primo caso e 104 nel secondo.