I gestori delle attività di gioco sono pronti ad andare in tribunale contro l’ultima ordinanza “anti-covid” firmata lunedì dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei: «A decorrere dal 20 ottobre e fino al fino al 14 novembre sono sospese le attività delle sale giochi, sale scommesse e sale bingo».

AsTro ha intanto inviato un’istanza di annullamento in autotutela.

«Durante il lockdown siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire – racconta a ilmessaggero.it Loretta Pretti, che gestisce due agenzie di scommesse tra Foligno e Trevi e ieri non ha alzato la saracinesca – seguiamo dei protocolli rigidissimi, mascherina, distanziamento… noi abbiamo otto dipendenti che dovremo mettere in cassa integrazione Covid, sperando di avere ancora qualche settimana a disposizione. Ma perché noi dobbiamo chiudere e le altre attività commerciali no? Il lavoro ora stava riprendendo. E poi con quale criterio noi non possiamo lavorare e i “corner” nei bar che svolgono la nostra stessa attività funzionano regolarmente? Questa scelta è incomprensibile: se chiudono soltanto le nostre attività cosa cambia in termini di diffusione del virus?».



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