Prima ha tentato di impiccarsi in
cella nel carcere di Perugia ed ha aggredito i poliziotti
intervenuti a salvarlo poi, portato in ospedale, ha tentato la
fuga, bloccato dalla scorta della polizia penitenziaria. A
denunciare l’episodio è Fabrizio Bonino, segretario nazionale
per l’Umbria del sindacato autonomo polizia penitenziaria. Il
quale parla di una situazione “allucinante, di assurda
violenza”.

   
Secondo Bonino – si legge in una nota sindacale – già sabato
“un agente in servizio presso la casa circondariale di Perugia,
unitamente al sovrintendente di turno, era stato aggredito da un
detenuto di nazionalità tunisina perché questi si era visto da
loro sottrarre un secchio di alcol procurato da un composto di
frutta macerata non consentito”. Da qui la richiesta di una
ispezione ministeriale, evidenziando “la particolare carenza
degli organici dei poliziotti e la complessità operativa di
Capanne”. “Per comprendere se vengono considerati tutti gli
elementi per la sicurezza degli uomini e le donne della polizia
penitenziaria”, conclude Bonino.

   
“Il quadro di insieme dell’ennesimo evento critico
evidenzia, più di mille parole, l’alta tensione delle carceri
umbre”, sottolinea il segretario generale del Sappe Donato
Capece, che rivolge agli agenti di Capanne feriti vicinanza e
solidarietà. “Nel 2023, in Umbria – afferma -, si sono contate
257 colluttazioni e 25 ferimenti, 283 atti di autolesionismo,
tre suicidi e 37 tentativi sventati in tempo. Questo per dire
che nelle carceri della Nazione e dell’Umbria in particolare
(Regione che non ha più un Provveditorato regionale autonomo, a
Perugia, per una scellerata scelta politica dei governi
precedenti, ed è stata oggi cooptata dalla Toscana…) serve,
forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può
tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti
urgenti ed efficaci”. Il leader del Sappe “si appella ai vertici
del Dap affinchè creino le condizioni per ristabilire ordine e
sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei
detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter
continuare a delinquere nella impunità assoluta”.

   

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Ansa Umbria

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