L’ordinanza che disinnesca la bomba rifiuti. La Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha firmato un’ordinanza (la numero 58 del 30 settembre 2020) sui criteri di ammissibilità dei rifiuti urbani nelle discariche regionali “al fine di risolvere la situazione emergenziale di blocco della gestione dei rifiuti che sarebbe derivata da una norma contenuta nel Decreto legislativo 121/2020 che recepisce la direttiva europea sulle discariche, in vigore dal 29 settembre scorso”, spiega la Regione.
L’ordinanza, che ha efficacia fino al 31 dicembre 2020, “consente la regolare continuità dell’attività di raccolta e gestione dei rifiuti urbani, nel rispetto dei limiti già fissati, attività qualificata di pubblico interesse. A tale scopo, prevede una deroga all’applicazione della norma nazionale che avrebbe comportato l’impossibilità di conferire il sovvallo secco in discarica, con ripercussioni sull’intero sistema di gestione dei rifiuti, tra cui in particolare sul sistema di raccolta, con potenziali rischi per la salute della popolazione”.
Una situazione “che l’Assessorato regionale all’Ambiente ha prontamente evidenziato al Ministero competente sollecitando un intervento di modifica che ristabilisca un quadro di certezze. Si attende l’emanazione di una norma correttiva in sede di conversione del “Decreto Agosto” che il Parlamento dovrà espletare entro il prossimo 15 ottobre”, conclude Palazzo Donini.
Arpa Umbria, in un parere del 29 settembre, riportato dall’ordinanza della Tesei, ha evidenziato che “in mancanza del presente provvedimento “tutti i servizi di raccolta e gestione dei rifiuti non pericolosi, con particolar riferimento ai rifiuti di origine urbana, si troverebbero costretti al formale rispetto della norma interrompendo raccolta e conferimento di alcuni rifiuti. Tale situazione potrebbe portare a conseguenze ambientali anche rilevanti ma non valutabili a priori poiché dipendenti dagli scenari che si andrebbero a configurare”.
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Il Servizio Prevenzione, Sanità veterinaria, Sicurezza alimentare, si legge sempre nell’ordinanza, “ha evidenziato il rischio connesso ad “ogni eventuale interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani a causa, ad esempio, della mancata accettazione in discarica degli stessi, generando una situazione di accumulo, nei cassonetti o nelle strade, del rifiuto urbano, anche non pericoloso, può essere all’origine di un potenziale rischio per la salute della popolazione per effetto dell’attivazione, inevitabile, di una proliferazione batterica che risulta particolarmente marcata nelle ore diurne soprattutto in presenza di temperature medio-alte”.