PERUGIA – «Razzisti, analfabeti funzionali e peracottari». Tre espressioni contenute nei tweet e nei commenti postati subito dopo le ultime elezioni regionali in Umbria per cui Gabriele Rubini, volto noto in tutta Italia come Chef Rubio, è stato denunciato per diffamazione dai consiglieri di Fratelli d’Italia al Comune di Perugia. Ma dopo quasi due anni e pure un’opposizione all’archiviazione, il gip Piercarlo Frabotta chiude la questione: non fu diffamazione, accuse da archiviare definitivamente.
Finisce così, con tre pagine di ordinanza, una battaglia legale iniziata con la denuncia, nel novembre 2019, presentata da Michele Nannarone, Paolo Befani, Fotinì Giustozzi, Federico Lupattelli e Ricardo Mencaglia per quegli «apprezzamenti ritenuti gravemente diffamatori da parte di Chef Rubio», che su Twitter il 29 e 30 ottobre di due anni fa «scriveva testualmente razzisti umbri». «Non vi è alcun dubbio che le parole utilizzate dal querelato, lungi dal potersi considerare legittimo esercizio del diritto di critica, costituiscono oggetto di attacco gratuito nei confronti dell’onore, della dignità e della reputazione degli esponenti in ragione della loro appartenenza politica». Ma il giudice ha dato ragione al pubblico ministero convinto della necessità di archiviazione. Non solo per la necessità che la legittimazione alla denuncia «competa ai singoli componenti solo se le offese si riverberino direttamente su di essi», ma anche per «l’assoluta impossibilità di individuare con certezza negli odierni esponenti detti soggetti, posta l’assenza nei messaggi di qualsivoglia diretto (o anche indiretto) riferimento ai consiglieri comunali». Insomma, Rubio – a proposito della vicenda dello sbarco della nave Ocean Viking – «si riferiva del tutto genericamente a coloro che, nell’ambito dell’elettorato attivo umbro, potevano essere ritenuti soggetti “razzisti”».
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