Il recente servizio di Fuori dal Coro ha riportato Perugia sotto i riflettori nazionali. Riprese con droni, montaggio serrato, musica da thriller balcanico e un’estetica da film d’autore. Il quartiere di Fontivegge è diventato il set perfetto per denunciare un’escalation criminale che in realtà non è mai finita, ma semplicemente ignorata per troppo tempo. La regia, tra Fantozzi e Kieślowski, è tecnicamente pregevole: il montaggio è serrato, i movimenti di camera calcolati al millimetro. Ma dietro la spettacolarizzazione, resta l’amara sensazione di una città ostaggio della narrazione, più che protagonista delle soluzioni.


Il dibattito, come prevedibile, è scoppiato sulle barricate politiche. La Lega, tramite il commissario cittadino Lorenzo Mattioni, ha definito il servizio “un quadro realistico della quotidianità di chi vive Fontivegge”. Le accuse al centrosinistra si sprecano: “hanno smantellato presìdi di polizia”, “tolto i taser”, “mandato segnali ambigui sulla legalità”. Tutto già sentito. E mentre la destra perugina si esalta per il ritorno del terrore mediatico, il Partito Democratico risponde parlando di “pseudo-giornalismo” e “rappresentazione artefatta della città”. La narrazione, dicono, viene distorta per finalità elettorali, in perfetta continuità con quanto accaduto due anni fa, quando in un altro blitz televisivo si mostrava cocaina offerta apertamente a Fontivegge. Allora come oggi, fu scalpore. Ma poi? Cosa è cambiato?


Qui è il punto dolente. Perché a Perugia, la destra ha governato ininterrottamente per dieci anni. E oggi, sebbene non abbia più la guida del Comune, conserva leve fondamentali di potere: un sottosegretario all’Interno (il perugino Emanuele Prisco, di Fratelli d’Italia) e un europarlamentare di peso (Marco Squarta), sempre pronti a tuonare contro il “degrado”. Ma oltre agli slogan, ai post indignati e alle comparsate in TV… quali misure concrete sono state adottate per risanare davvero Fontivegge? Quali presidi permanenti, quali investimenti strutturali, quali piani di sicurezza urbana integrata sono stati messi a terra?


Non basta più indignarsi a telecamere accese e poi sparire nei palazzi romani quando si spengono i riflettori. I cittadini non vivono di montaggi ad effetto, ma di autobus che non passano, portoni vandalizzati, panchine occupate da spacciatori. Perugia non ha bisogno di registi, ma di chi metta in sicurezza le strade per davvero, tutti i giorni, senza spot elettorali. E se oggi c’è chi grida allo scandalo perché “mai prima d’ora” si era visto tanto degrado, forse dovrebbe farsi un giro nella sua vecchia bacheca Facebook, scrollare fino al 2023, e leggere cosa postava quando governava. Se ha il coraggio.

Nel frattempo, la città aspetta risposte vere, non solo finti trailer da prima serata.