Intendo ringraziare la nuova amministrazione regionale umbra e l’assessorato con delega alla caccia, entrambi operativi a seguito delle elezioni tenutesi nell’ottobre dello scorso anno. Un plauso quindi, per non avere cambiato niente fin dall’inizio in materia di sforzo di caccia. E ancora grazie per aver portato all’apertura della stagione venatoria di domenica 20 settembre tutti i cacciatori/contribuenti umbri, senza novità né rivoluzioni copernicane. Cari amministratori della caccia, in questo anno ormai trascorso non vi siete sforzati minimamente di capire, non avete saputo cogliere nemmeno il valore aggiunto offertovi gratuitamente e senza scopo da chi, fra gli addetti ai lavori, si è reso più volte disponibile. Perché vi ringrazio? Perché così facendo, miei cari, avete dimostrato a tutti i cacciatori di non differenziarvi minimamente dagli “altri” politici, quelli, cioè, che vi hanno preceduto.
Come loro (e come tanti altri amministratori del nostro Paese nel settore venatico) anche voi avete maldestramente trascurato un mondo che non conoscete e che, ostinandovi in questa direzione, non conoscerete mai. Urge dare un segnale, quindi. Siete ancora in tempo. Sceglietevi le persone adatte e lavorate insieme a esse per rifondare il concetto stesso di caccia in questa nostra regione. Se qualcuno che mi legge oggi ha ancora dei dubbi su ciò che sto scrivendo, lo chieda ai cacciatori (e al loro Fido) che hanno passeggiato in campagna domenica scorsa con lo schioppo in spalla e la mascherina in tasca, come funziona la caccia in Umbria.
Continuando nei riconoscimenti, ringrazio tutti coloro che a caccia non vanno e che sopportano la nostra attività, pur se rumorosa! Così come mi è gradito l’incontro per ringraziare le associazioni venatorie più blasonate. A queste ultime, non chiedo nulla, consapevole come sono di quanto esse siano impegnate a raccattare tessere assicurative, al punto di aver dimenticato perfino di essere nate allo scopo di tutelare gli interessi dei cacciatori (sich!). E infine, termina Gunnella, mi sia concesso di ringraziare tutti i colleghi che praticano la caccia cacciata. In fondo, è solo grazie a loro e ai soldi sborsati per il rinnovo delle loro licenze, se nel nostro Belpaese non è ancora “vietato parlare di caccia”.
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*presidente Confavi – Confederazione delle associazioni venatorie italiane di Terni e provincia