Fratelli d’Italia trascina il centrodestra alla vittoria mentre Forza Italia tallona la Lega. Il Pd è il secondo partito ma ottiene meno del previsto e la posizione di Enrico Letta è in bilico. Grandissima rimonta del M5s: è primo partito in Campania, Sicilia e Calabria.
Il centrodestra ha trionfato alle elezioni politiche. Dopo una legislatura passata interamente all’opposizione, Giorgia Meloni porta Fratelli d’Italia ad affermarsi come primo partito con oltre il 25% dei voti. La sua è una vittoria netta anche all’interno della coalizione poiché sia Forza Italia che Lega sono ferme sotto il 10%: una grande debacle per il partito di Salvini, che dimezza i voti i voti di cinque anni fa. Di sconfitta si parla anche per il Pd: la formazione di Enrico Letta – che nel 2018 si era fermata intorno al 19% – non è riuscita a superare il 20 nemmeno questa volta, anche se può comunque dire di essere il secondo partito con più consensi. La vera sorpresa di queste elezioni arriva però dal M5s: dato in forte crisi, ha ottenuto il 15%, un po’ più del doppio del Terzo Polo.
I numeri in parlamento
La vittoria del centrodestra è anche nei numeri poiché la maggioranza è chiara in entrambi i rami del parlamento. Al Senato avrà 109-129 seggi e 238 alla Camera. La suddivisione dei seggi premia Fratelli d’Italia cui andrebbero 116 seggi. 64 quelli spettanti alla Lega mentre Forza Italia ne avrà 50.
Nel centrosinistra è notte fonda: il Pd appare inchiodato sotto il 20% e il ruolo di Enrico Letta come segretario è in bilico. Il risultato non è tanto diverso da quello portato a casa nel 2018 – quando ottenne il 18,72% alla Camera e il 19,12% al Senato – e fa di questo gruppo il secondo partito più votato. Ma è chiaro che Letta non è riuscito nella missione di risollevare il suo partito che, secondo gli osservatori, vive una profonda crisi di identità. L’ex presidente del Consiglio non ha ancora parlato, ma sia la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani che il deputato uscente Emanuele Fiano hanno ammesso la sconfitta.
Chi dovrà farsi qualche domanda è anche Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri uscente non è stato eletto e la sua formazione è sotto l’1%. Non supera la soglia nemmeno +Europa mentre ce la fa l’alleanza Sinistra Italiana e Verdi al 3,5.
Il M5s sembra confermarsi protagonista di una clamorosa rimonta, maturata nelle ultime settimane. Il 15% di queste elezioni non è nemmeno paragonabile a quello del 2018 – quando ottenne più del 30% e risultò il primo partito. I sondaggi lo davano però molto in calo e si pensava che, dopo le varie alleanze e la scissione di Di Maio, avrebbe fatto flop. Così non è stato e, anzi, è riuscito a imporsi soprattutto al Sud. Merito, secondo gli osservatori, di una campagna giocata soprattutto su una battaglia: il reddito di cittadinanza.
Buono, ma sotto le aspettative di Carlo Calenda, appare il risultato del Terzo Polo. La formazione nata dall’alleanza tra Azione e Italia Viva è intorno al 7% e ci si aspetta che ottenga 19 deputati e una pattuglia di 7-8 senatori: numeri che non incideranno sulla tenuta della futura maggioranza. Fallito anche il sorpasso su Forza Italia, da cui Renzi e Calenda avevano provato a drenare voti, appellandosi all’elettorato “moderato”.
Per Meloni mandato pieno: ecco le prossime tappe
La procedura vuole che, arrivati i risultati delle elezioni, il presidente del Consiglio inizi le cosiddette consultazioni per trovare una persona cui affidare l’incarico di governo. In questo caso il risultato è molto chiaro e ci si aspetta che Giorgia Meloni venga convocata nelle prossime ore. Come notano diverse testate, a meno di sorprese, diventerà la prima donna ad assumere il ruolo di presidente del Consiglio. Per lei si tratta di una vittoria anche a livello personale. Nel 2018 il suo partito aveva ottenuto poco più del 4% dei voti e, negli anni successivi, ha sempre scelto di restare all’opposizione mentre i suoi alleati stringevano alleanze che li avrebbero portati al governo. La Lega lo ha fatto due volte: con il M5s, per dare vita al cosiddetto governo gialloverde o Conte I, e poi ancora nel 2021, dando il via libera al governo Draghi. Un esecutivo tecnico voluto e appoggiato anche da Forza Italia.
Con ogni probabilità, questo è quello che succederà nei prossimi giorni: Meloni verrà convocata da Mattarella e presenterà una lista di ministri. Quando questa sarà stata concordata, il Governo potrà giurare al Quirinale e a quel punto si riterrà formalmente insediato. Solo una volta che avrà ottenuto la fiducia dei due rami del parlamento potrà effettivamente iniziare a guidare il Paese ma, con questi risultati, non si attendono sorprese.