“La questione del fine vita,
dell’eutanasia legale, del rispetto delle volontà dei malati o
dei disabili gravi ed irreversibili che vogliono
autodeterminarsi in piena lucidità non è né di destra né di
sinistra”: a dirlo è Laura Santi, perugina affetta da una forma
progressiva di sclerosi multipla che ha chiesto di poter
completare le procedure per accedere eventualmente al suicidio
assistito. “Mi sembra sempre che su questi temi siamo sempre a
un tanto così dall’approvazione che però non arriva mai” ha
sottolineato parlando con l’ANSA.

   
“Due anni fa – ha ricordato Santi, attivista
dell’associazione Luca Coscioni – avevamo raccolto un milione e
300 mila firme, un tanto così e la Corte costituzionale non ha
ammesso il referendum. In una regione evolutissima come il
Veneto per un tanto così non ce l’abbiamo fatta e questo mi
frustra tantissimo. Ma la gente vuole una legge sul fine vita
perché sa cosa vuol dire avere in casa un malato senza scampo
che magari vuole decidere”.

   
Parlando ancora del voto in Veneto, Laura Santi ha ricordato
che “tre astensioni, due della Lega e una del Pd hanno fatto la
differenza”. “La riprova del fatto che non è una questione né di
destra né di sinistra”. “Lo stesso presidente Zaia – ha detto
ancora – aveva invitato a non fare una scelta politica nel voto
ma etica, di vita, di umanità”.

   
Santi si è quindi detta “avvilita e delusa come dopo la
bocciatura del referendum” per il voto del Consiglio Veneto.

   
“Esistono comunque le disobbedienze civili – ha proseguito – con
attivisti che si sono messi in gioco e rischiano la libertà per
tanti malati, ed esistono altre proposte di legge regionali. E’
una battuta d’arresto ma non ci fermiamo”.

   

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Ansa Umbria

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