In Italia lo stato di emergenza per covid19 è stato decretato ben 11 mesi fa. Siamo in emergenza non possiamo permetterci il lusso di giocare con le regole asfittiche e burocratiche di uno Stato (intendo con questa espressione l’insieme delle sue articolazioni, centrale regionale e degli enti territoriali) che già non è un campione di efficienza in tempi ordinari, figuriamoci in tempi di guerra. La pandemia gestita con la parcellizzazione delle responsabilità è un assurdo logico: non parlo quimdelle fonti del diritto stravolte ampiamente da faq, dpcm, comunicati e circolari ma proprio della impossibilità pratica di individuare la sfera delle responsabilità. Più semplicemente “il chi fa cosa” che è alla base di ogni buona organizzazione.
Abbiamo un commissario per l’emergenza, è esistita una super task force centrale guidata dall’ottimo Colao che ha svolto un buon lavoro, così buono che è stato accantonato, ci sono state altre decine di task force ministeriali a queste si sono aggiunte anche task force regionali e un’ultima entità mitologica il CTS che come un oracolo deve riuscire a indicare cosa si può fare e cosa no. Ovviamente c’è la Protezione Civile che fa il suo e i presidenti di regione che fanno il loro. Il commissario per l’emergenza non ha però i necessari “poteri straordinari”, e quindi per lui non vale la nota legge di Spiderman “a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”, di fatto è un passa carte fra protezione civile, regioni, ministero della salute e protezione civile, non deroga alle norme sugli appalti, fa crono programmi attuativi delle indicazioni delle regioni che impiegherebbe due/tre anni a realizzarli, riesce a mettere in produzione ed in vendita le mascherine quando piccoli imprenditori e cittadini nel frattempo già si sono attrezzati per trovarli, riesce a far arrivare un milione di banchi a rotelle della cui utilità è l’unico convinto, solo nel mese di novembre quando già gran parte di coloro che dovrebbero usarli sarà confinato in casa fare la DAD.
I cittadini cercano risposte dalla scienza e... “talk che guardi virologo che trovi, da chi urla “è solo un’influenza” a chi già a settembre diceva “chiudiamo tutto”. Neanche i cittadini però possono autoassolversi, infatti di questo virus si sanno poche cose ma quel che è certo è che va usata sempre la mascherina quando si è insieme agli altri e occorre tenere una distanza fisica di prudenza. Fra settembre e ottobre le immagini di facebook dicono che probabilmente in pochi hanno rispettato l’ABC di questa pandemia.
C’era invece una volta uno Stato in cui in due anni si progettava un’opera, in 6 mesi si approvava la legge necessaria con il finanziamento, l’anno successivo si cantierava e in soli 8 anni dal 1956 al 1964 realizzava 755 chilometri di percorso da Milano a Napoli , per il costo di 272 miliardi di vecchie lire (con 400 ponti e 38 gallerie) l’Autostrada del Sole uno dei capolavori realizzati dall’Italia in cui l’infrastruttura pubblica era efficiente. Inizio lavori 19 maggio 1956 conclusione lavori 4 ottobre 1964 con l’apertura del tratto Orvieto Chiusi. Cosa è successo nel frattempo? Moltissime cose la principale è la confusione istituzionale fra Regioni e Governo, fra autorità di controllo speciali e ordinarie, fra osservatori nazionali e regionali, fra competenze mal ripartite, valutazioni di impatto ambientale e conferenze dei servizi con procedimenti asfissianti.
La corruzione ha largheggiato e la risposta del legislatore è stata una ipertrofica volontà di controllo in cui l’opera corretta della Corte dei Conti e l’estensione abnorme del concetto di danno erariale, ha portato la tecnostruttura statale a rallentare enormemente le procedure. Mentre in Cina costruiscono un mega ospedale in 10 giorni per reagire alla pandemia, qui lo non può Stato assumere medici operatori sanitari, acquistare apparecchi, macchinari e mezzi affidare lavori di impianti e di edilizia rispettando norme ipertrofiche esistenti seppur semplificate. Se neanche il commissario per l’emergenza ha il potere di fare ora ciò che occorre e non fra due anni, a cosa serve?
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Alla base di questa ipertrofica legislazione e regolamentazione su appalti e procedure c’è l’idea di chi pensa che normando ogni singolo atto si possa eliminare l’errore o estirpare definitivamente la corruzione non capendo che invece così ingessa il Paese e il sistema pubblico non riesce più a dare le risposte necessarie nei tempi giusti. Quando i cittadini percepiscono che la politica e le istituzioni non riescono a dare risposte ai loro bisogni e li sentono ‘inutili’ siamo davvero arrivati ad un punto pericoloso in cui il rischio per la tenuta sociale diventa altissimo. Attenzione!