Recuperare il costruito, evitare ulteriore consumo di suolo, razionalizzare il piano regolatore vigente. Questi gli scopi che l’amministrazione comunale di Magione sta perseguendo da inizio mandato e che ha visto nell’ultimo consiglio comunale l’adozione di una nuova serie di varianti che – pur accogliendo legittime correzioni di privati – portano complessivamente a una riduzione di oltre 6mila metri quadrati di superficie utile coperta, equivalente a quasi 19mila metri cubi, in diverse frazioni. Questa nuova riduzione si aggiunge a quella già approvata in via definitiva qualche mese fa. Un importante lavoro di valutazione dei diversi interventi, effettuato dall’ufficio Urbanistica e assetto del territorio del Comune, coordinato dal responsabile Gianfranco Tancetti insieme all’assessore competente Vanni Ruggeri.
“In tutta Italia, complice il decremento della popolazione e la speculazione edilizia di qualche anno fa, vi è un eccesso di invenduto e di aree edificabili – commenta l’assessore Ruggeri – e anche il nostro territorio non sfugge a questo tipo di problemi. Da qui la scelta, avviata dalla precedente Giunta, di lavorare per la progressiva riduzione dell’indice di edificabilità del nostro Piano regolatore, applicando il criterio della massima invarianza di superficie utile coperta anche a fronte di ridefinizione di ambiti funzionali o delocalizzazione di capacità edificatoria, oppure attraverso l’istituto della perequazione/compensazione con prescrizione di interventi finalizzati alla rigenerazione e riqualificazione urbanistica”.
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“Questa seconda parte di varianti – fa sapere – ha visto l’ufficio impegnato nella valutazione di venti interventi afferenti alla parte strutturale del Piano regolatore generale e delle relative norme tecniche di attuazione. Un lavoro che ha portato al taglio di 6.227 metri quadrati di superfice utile coperta sull’intero territorio comunale, pari a oltre 18.680 metri cubi di potenzialità edificatoria. Un dato di particolare significato, sempre nell’ottica dell’assetto del territorio, deriva dal saldo del suolo che da edificabile torna ad agricolo, equivalente a quasi 7.000 metri quadrati: si tratta inoltre non di agricolo ordinario, ma di suolo agricolo di tutela del bacino del Trasimeno, con evidenti riflessi virtuosi in termini di tutela paesaggistica e ambientale. Questa nuova riduzione si aggiunge a quella già approvata in via definitiva nel febbraio scorso: complessivamente, da inizio mandato, sono state rimosse potenzialità edificatorie per circa 37.000 metri cubi. L’obiettivo di recuperare il costruito ed evitare ulteriore consumo di suolo, in coerenza con le linee programmatiche dell’amministrazione, continuerà ad essere perseguito anche in futuro”.