Presenti all’evento di sensibilizzazione sul tema che si è svolto lunedì 13 marzo nella Sala dei Notari di Perugia circa 200 studenti delle Scuole Secondarie del territorio. In Italia sono circa 3 milioni le persone affette da disturbi alimentari, circa 15mila solo in Umbria: aumentato il numero dei pazienti in seguito al lockdown.
Sotto i riflettori anche i social network che, negli ultimi anni, sono stati un potente veicolo di diffusione del disturbo tra i giovani. E’ stato ribadito che i disturbi alimentari sono patologie gravi, spesso causa di morte, ma curabili e guaribili.
(UNWEB) PERUGIA, – In occasione della XII Giornata Nazionale Contro i Disturbi del Comportamento Alimentare, che ricorre il 15 marzo, Afas ha voluto ribadire il suo impegno in fatto di prevenzione organizzando un incontro di sensibilizzazione sul tema che si è svolto lunedì 13 marzo presso la Sala dei Notari alla presenza di circa 200 studenti delle Scuole Secondarie del territorio. In sala i ragazzi del Liceo Classico “Annibale Mariotti”, del Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, dell’IIS “Giordano Bruno” e del’ITTS “Alessandro Volta” di Perugia e dell’IIS “Ciuffelli Einaudi” di Todi.
Durante la mattinata sono intervenuti Gianluca Tuteri vicesindaco Comune di Perugia, Raimondo Cerquiglini direttore Generale AFAS, Laura Dalla Ragione psichiatra, direttore rete DCA Usl1 dell’Umbria, Giorgia Bellini life coach, EMCC, Fondatrice del progetto “Corabea”, Valentina Benfatti nutrizionista Centro Palazzo Francisci Todi Usl1 dell’Umbria, Lorenzo Montecchiani psicologo Centro Nido delle Rondini Todi Usl 1 dell’Umbria.
La Giornata del Fiocchetto Lilla, fondata 11 anni fa, è diventata nel tempo un simbolo dell’impegno e della consapevolezza nei confronti delle problematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare, un fenomeno molte volte sottovalutato sia da chi ne soffre che dalla famiglia. In tal senso Afas conferma, organizzando e promuovendo l’incontro che ha visto esperti e professionisti rivolgersi ai giovani in maniera chiara e approfondita, la sua vocazione che la vede impegnata in prima linea in fatto di prevenzione.
«Afas ha nel suo dna – ha spiegato Raimondo Cerquiglini, direttore Generale Afas – il compito e la volontà di portare messaggi di prevenzione sia all’interno delle farmacie che sul territorio. L’incontro di stamattina è stato per noi un momento molto importante perché negli ultimi due anni, a causa della pandemia, non abbiamo potuto comunicare nella maniera opportuna, ritrovandoci in presenza. Oggi, con questo appuntamento, Afas torna invece ad essere protagonista della diffusione di questi messaggi, e lo fa rivolgendosi ai più giovani che nei due anni di lockdown hanno sofferto tantissimo e che vanno aiutati a non sentirsi soli».
Durante la mattinata è stato ribadito che i disturbi alimentari sono patologie gravi, spesso causa di morte, ma sono patologie curabili e guaribili: l’Umbria ha costruito dal 2003 una rete di eccellenza radicata nel territorio, che si compone di 4 strutture, due a Todi Palazzo Francisci e Nido della Rondine dedicate a trattamento di Anoressia e Bulimia in età evolutiva ed adulta, il Centro DAI di Città della Pieve dedicato al trattamento dell’Obesità e del Disturbo da alimentazione incontrollatae infine il Centro DCA Ambulatoriale di Umbertide che accoglie soprattutto bambini e preadolescenti con disturbi selettivi dell’alimentazione.
«Questa è una giornata molto importante – il commento di Laura Dalla Ragione Psichiatra, direttore rete DCA Usl1 dell’Umbria – che ci permette di uscire dai nostri centri e fare prevenzione andando ad incontrare i giovani. In Italia sono circa 3 milioni le persone affette da disturbi alimentari, circa 15mila solo in Umbria e le giornate come quella di oggi ci permettono di ricordare ai ragazzi, con un linguaggio proprio di questa età, che da soli non si può guarire ma che chiedendo aiuto se ne può uscire».
«Questa giornata mi vede molto emozionata – ha detto Giorgia Bellini Life Coach, EMCC, Fondatrice del progetto “Corabea” – perché io stessa ho sofferto di disturbi alimentari. Otto anni fa sono stata ricoverata a Palazzo Francisci e trovarmi oggi dall’altra parte, a parlare ai giovani spiegando che si può guarire, è esempio concreto che molto si può fare. Raccontare cosa avviene serve infatti a sensibilizzare i giovani ma dovrebbe essere di supporto anche alle famiglie per interpretare i sintomi e capire quando è necessario chiedere aiuto».
La giornata del 13 marzo è stata l’occasione per affrontare varie tematiche legate al problema dei disturbi del comportamento alimentare come l’aumento del numero dei pazienti in seguito al lockdown e lo stato dell’arte dell’assistenza in Italia che vede regioni dove l’assistenza è garantita (Veneto, Umbria, Lombardia) e altre dove non ci sono invece centri di assistenza, obbligando così le famiglie a veri e propri viaggi della speranza.
Tra gli argomenti affrontati durante la mattinata anche quello importantissimo dei social network che, negli ultimi anni, sono stati un potente veicolo di diffusione del disturbo tra i giovani: un confronto necessario su quello che è il loro impatto sulla psiche dei più giovani, poiché diventare consapevoli che siamo quotidianamente esposti a modelli di bellezza irrealistici può essere un primo, concreto, passo verso la cura di sé.