Nella seduta del Consiglio comunale del 18 gennaio dedicata al question time, la consigliera Francesca Tizi (M5s) ha interrogato sindaco e giunta per conoscere quale modello di raccolta differenziata, tra quelli disponibili, permetta di ottenere una raccolta ottimale.

In quasi tutto il territorio comunale – ha spiegato la consigliera – è attivo, ormai dal 2018, il servizio di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti. Questo è suddiviso in tre differenti modelli organizzativi a seconda della zona di residenza: centro storico, città compatta e frazioni.

Il sistema di raccolta centro storico è effettuato tramite raccolta “porta a porta” in tutta la zona del centro storico di Perugia e avviene in fascia notturna mediante l’utilizzo di mastelli e sacchi. Il sistema di raccolta città compatta è un sistema di raccolta differenziata “porta a porta” nei quartieri di Ferro di Cavallo, Madonna Alta, Case Bruciate, Fontivegge, Sant’Erminio, Filosofi, Pallotta, Elce e Monteluce e varia in base alla tipologia di utenza, a seconda che questa sia un’utenza domestica singola (sino a 4 nuclei familiari), un’utenze domestica condominiale (a partire da 5 nuclei familiari), un’utenza non domestica singola o un’utenza non domestica all’interno di un condominio. Nelle frazioni di Perugia è, infine, previsto un sistema di raccolta “porta a porta” che avviene tramite tre contenitori domiciliari e contenitori stradali “di prossimità” per la frazione organica (https://www.gesenu.it/pagine/introduzione).

Sebbene si tratti di un sistema di raccolta molto articolato e diffuso, ancora oggi alcune zone della città, quali ad esempio Ponte san Giovanni, non sono incluse nella raccolta “porta a porta”. Nel territorio di Ponte San Giovanni è, infatti, attivo dal 2011 il servizio di raccolta differenziata tramite l’installazione di postazioni di contenitori di prossimità differenziati. Mentre da fine luglio 2012, è iniziata la campagna di comunicazione per attivare il servizio di raccolta domiciliare, tramite la consegna, dove possibile (in case singole o piccoli condomini) di contenitori, ma questa non è ancora attiva. Infine nelle restanti aree della città, con presenza di condomini ad alta densità abitativa, sono ancora mantenute le postazioni differenziate di prossimità.

Sono ormai anni che si parla di economia circolare, in cui il rifiuto viene sfruttano in quanto materia prima seconda da reinserire in ciclo produttivo, ovvero, di un’economia che si basa sul principio fondamentale di riutilizzare i materiali di scarto per alimentare nuovi cicli produttivi, riducendo al minimo gli sprechi, creando così un sistema capace di rigenerarsi da solo.

A tal fine è importante seguire due obiettivi fondamentali: 1) ridurre i rifiuti della collettività, 2) aumentare il riutilizzo degli scarti di processo.

Ciò premesso, la consigliera ha chiesto di sapere:

-come mai, a diversi anni dalla previsione a Perugia di un sistema di raccolta differenziata “porta a porta”, vi siano ancora quartieri non coperti dal servizio;

-inoltre, vista la pluralità di sistemi adottati nelle varie zone di Perugia, dopo 7 anni dalla sua prima attuazione, quale sia il sistema che permette al Comune una raccolta ottimale ovvero tale poter meglio rivendere il materiale primo secondo;

-quali sono le strategie che intende adottare il Comune per ridurre i rifiuti.

L’assessore all’ambiente Otello Numerini, nella sua risposta, ha evidenziato che i tre modelli descritti tengono conto delle caratteristiche urbanistiche degli insediamenti abitativi della città. Nel Piano d’ambito si prevedeva un duplice obiettivo: il raggiungimento del servizio porta a porta per almeno il 70% della popolazione residente e il raggiungimento di un determinato livello di differenziata. I modelli descritti hanno consentito di raggiungere con il porta a porta la pressoché totalità residenti (a parte qualche migliaio di persone). La raccolta differenziata, inoltre, ha raggiunto la percentuale del 72% (dato di dicembre) e quindi permette di essere vicino all’obiettivo fissato dal Piano regionale dei rifiuti. Negli ultimi tre anni – ha aggiunto Numerini – si sono registrate anche riduzioni nella produzione di rifiuti. Quindi, il sistema attuale consente il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello regionale. Nel frattempo, alcune attività sono state integrate (citata, in particolare, l’estensione della raccolta domiciliare nella zona Oliveto e Montegrillo).

L’assessore ha sottolineato che è necessario tenere in equilibrio modalità del servizio e costi per gestire i riflessi in termini tariffari procedendo con assoluta cautela.

Quanto alle zone a oggi escluse dal porta a porta, si conta di dare una risposta con l’intercettazione di finanziamenti del Pnrr chiesti da Gest per conto Comune di Perugia per poter installare 37 ecoisole e di passare al porta a porta per i condomini al di sotto delle 10 unità abitative. A Ponte San Giovanni, inoltre, il Pinqua prevede ulteriori 10 ecoisole. Quanto alle percentuali di raccolta raggiunte nelle singole linee di intervento, il Raccoglincentro ha consentito di toccare l’83% di raccolta differenziata, la Città compatta il 73%, il tris il 71%.

Ricordate anche alcune azioni portate avanti per ridurre alla fonte i rifiuti, come l’attività del Centro del riuso di San Marco e l’implementazione delle case dell’acqua per contribuire alla riduzione della plastica.



Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *