Le donne che guidano un’azienda si
fanno sempre più spazio nel panorama imprenditoriale umbro. Dal
2014 al 2023 la presenza di donne nelle compagini societarie ha
registrato un incremento costante (+1,2%). Ma la disparità di
genere nei ruoli apicali è ancora forte e la performance
economica è al di sotto di quella a guida maschile.

   
E’ emerso nel corso del convegno “Impresa, singolare
femminile. Caratteristiche e fabbisogni dell’imprenditoria
femminile dalla voce delle protagoniste” che si è svolto a Terni
nella sede della Camera di commercio, moderato da Federico
Sisti, segretario generale della Camera di commercio
dell’Umbria.

   
L’evento fa parte del “Giro d’Italia delle donne che fanno
impresa”, manifestazione itinerante organizzata da Unioncamere
in collaborazione con le Camere di commercio e i Comitati per
l’imprenditoria femminile.

   
Dal Report “La presenza femminile al vertice delle società
umbre – Analisi dei dati del Registro Imprese” illustrato da
Giuliana Piandoro, conservatore Registro imprese Camera di
commercio dell’Umbria realizzato in collaborazione con l’Ordine
dei commercialisti della provincia di Perugia, emerge che è Ceo
(al 31 dicembre 2023) appena il 17,4% delle donne che ricoprono
cariche in azienda, pari a 23 imprenditrici in tutta la regione.

   
Dato esiguo che scende ulteriormente rispetto al 2014 quando
erano 32, che tradotto in percentuale significa -28,1% in meno.

   
Presidenti di consigli di amministrazione donne, in Umbria ce ne
sono 534 al 31 dicembre 2023 su 2.672 presidenti totali (erano
501 nel 2014). Emerge dunque come esista ancora forte, una
disparità di genere nelle leve del comando. Le consigliere
delegate sono il 18,3% delle donne impegnate in ruoli aziendali.

   
Scendendo la piramide, alla qualifica di socio la percentuale
cresce di molto e si arriva al 40,6%.

   
Giorgio Mencaroni, presidente Camera di commercio
dell’Umbria, ha sottolineato come il tema della disparità e dei
ruoli di comando in azienda “sia anche un problema culturale che
ha a che fare, ad esempio, con una organizzazione familiare che
nel nostro Paese è ancora troppo sbilanciata sulle donne”.

   

   

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Ansa Umbria

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