CHIUSI – Ve la ricordate la bagarre di un anno fa sul progetto di Acea per realizzare un carbonizzatore idrotermale a Chiusi? Difficile dimenticare le lenzuolate, le sedute infuocate dell’Inchiesta pubblica regionale al teatro  Mascagni, i banchetti in piazza di comitati e partiti contrari.

E ve lo ricordate cosa diceva la Lega sul Carbonizzatore Acea? Era contraria anch’essa. Contrarissima e tra i partiti politici fu quello che più si espose nel fronte del NO. E lo fece pur propugnando la necessità di realizzare un inceneritore per provincia. E quella apparve all’epoca una prima evidente contraddizione.

E’ di questi giorni la notizia che in Umbria la giunta regionale a trazione leghista guidata da Donatella Tesei avrebbe in programma la creazione di tre nuovi impianti per la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario) e la realizzazione di un nuovo inceneritore a Terni in località Maratta per bruciare i fanghi di depurazione essiccati provenienti da tutta la Regione. A ciò si aggiunge anche un progetto di “revamping” o ammodernamento dell’impianto di Pietramelina per la biostabilizzazione del sottovaglio da selezione dei rifiuti indifferenziati. Tutto ciò cercando di utilizzare i fondi del Next Generation EU.

A differenza dell’impianto Acea proposto a Chiusi, che i fanghi di depurazione li avrebbe dovuti trattare e trasformare in ammendante agricolo e pellet,  “secondo i principi dell’economia circolare”, l’impianto proposto a Terni i fanghi li brucerebbe e basta, senza riciclare alcunché. Così sostiene chi halanciato l’allarme.

E a lanciare l’allarme e ad alzare il muro, come fanno i pallavolisti per bloccare le azioni d’attacco avversarie, è stato il capogruppo del M5S in Regione Thomas De Luca che accusa la giunta Tesei di voler trasformare Terni nella cloaca dei fanghi di fogna di tutta l’Umbria.

Il movimento gli ha fatto subito eco, un po’ ovunque.Sulla pagina del M5s di Piegato si legge:

“Questo è inaccettabile! La salute dei cittadini e l’ambiente devono essere salvaguardati sempre e comunque. L’opportunità del Next Generation EU per l’Umbria è una opportunità per cambiare paradigma, è rivolta alle future generazioni e per migliorare l’ambiente. La gestione dei rifiuti non può essere sviluppata pensando di bruciarli o di interrarli ma serve attivare un processo circolare con la conversione delle aziende locali per il recupero delle materie prime seconde. Dobbiamo raggiungere la neutralità climatica, bisogna ridurre la produzione dei rifiuti, dobbiamo diminuire il conferimento in discarica, questa è la linea che sta tracciando l’UE, ecco perché queste politiche che vanno contro l’ambiente e contro la salute dei cittadini non possono più essere accettate”.

Qualcuno sui social già etichetta l’inceneritore di fanghi come un “Caccavalorizzatore”, irridendo la motivazione addotta dalla giunta Tesei che sarebbe quella di una “valorizzazione termica dei fanghi di depurazione nell’ottica del recupero energetico e riduzione dei trasporti e dello smaltimento in discarica dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione in Umbria”.

L’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Roberto Morroni ha provato a smentire, ma in sostanza conferma: «Non vi è alcuna previsione di realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento a Terni e stupisce come il rappresentante dei 5 Stelle non colga, intenzionalmente o per disinformazione, la differenza rispetto ad un impianto per l’essiccamento dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acquee reflue urbane; impianto in grado di generare gas con il quale produrre energia elettrica. Al pari, risulta del tutto fuori luogo l’intento del consigliere dei 5 Stelle di gridare: “Al lupo, al lupo” in merito alle tre ipotesi progettuali riguardanti la produzione, all’interno degli impianti di trattamento, di Css combustibile. Vorrei, tuttavia, rassicurare il consigliere De Luca che questi temi saranno oggetto di un ampio e approfondito confronto nell’ambito della definizione del nuovo piano dei rifiuti al quale la nuova Giunta sta lavorando».

A Chiusi, un anno fa, Acea fu costretta a ritirare il suo progetto sull’onda delle contestazioni, certo, ma anche di fronte all’evidenza conclamata dall’Inchiesta pubblica che il progetto era non solo sperimentale e non testato, ma anche raffazzonato e pieno di falle tecniche e buchi neri. Ma in linea di principio (e se il progetto fosse stato migliore e più chiaro) poteva essere una soluzione più efficace, più redditizia e allo stesso tempo meno pericolosa e meno impattante di un inceneritore. E la giunta regionale umbra dovrà chiarire bene se si tratta di un inceneritore o meno.

Anche i 5 Stelle che pure sono stati tra i primi, con Grillo, a parlare di “economia circolare” in Italia e pur essendo Acea azienda gestita da un management pentastellato, a Chiusi e a Firenze si misero di traverso. Meno di altri (della Lega per esempio) ma sempre di traverso. Però quello che adesso propongono in alternativa al progetto Tesei, e cioè un “un processo circolare con la conversione delle aziende locali per il recupero delle materie prime seconde”, somiglia abbastanza all’idea che aveva Acea (salvo poi presentare un progetto inadeguato, mendace e fallace).

Adesso anche i comitati e le forze politiche, pure di sinistra, che a Chiusi si schierarono contro il carbonizzatore, senza alcuna remora a trovarsi a fianco dei leghisti (che erano mendaci almeno quanto il progetto Acea, perché altrove dicevano il contrario di ciò che sostenevano a Chiusi), avranno modo di valutare chi avevano come compagni di viaggio.

E li vorremmo vedere mobilitarsi, tutti, contro il nuovo inceneritore ternano, così come molti fecero un anno fa anche sul versante umbro, sia perugino che ternano, contro il progetto Acea a Chiusi. Del resto, anche se le restrizioni anticovid impediscono gli spostamenti tra regioni, sempre zona di confine restiamo. E i cittadini di Terni hanno gli stessi diritti, quanto a tutela della salute e dell’ambiente, dei cittadini di Chiusi e della Valdichiana. A Terni tra l’altro la situazione, tra inceneritori e acciaierie la situazione ambientale è già fortemente compromessa. Se l’ipotesi venisse confermata la giunta Tesei ci metterebbe un carico da 11. Per i cittadini pioverebbe sul bagnato…

Nella foto: l’inceneritore di Maratta, Terni,  chiuso a marzo 2020 (da Terninrete.it)


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