Gestivano la compravendita di
droga attraverso Telegram, dove venivano pubblicizzate sostanze
e prezzi delle stesse, con tanto di “offerte speciali” e premi
per i clienti più assidui o prezzi particolari per quelli che
effettuavano acquisti più consistenti. Le consegne dello
stupefacente avvenivano attraverso servizi di “delivery” messi a
disposizione dall’organizzazione grazie a complici con funzioni
di corrieri espressi.

   
E’ quanto ricostruito dalla polizia di Perugia che, questa
mattina, ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei
confronti di 8 italiani, quattro in carcere e quattro ai
domiciliari, emessa dal gip su richiesta della Procura del
capoluogo umbro.

   
Associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di
hashish e marijuana, detenzione e spaccio di stupefacenti i
reati contestati a vario titolo. L’operazione, che ha
interessato Perugia e Castiglione del Lago, è stata condotta
dalla squadra mobile del capoluogo umbro, con il supporto delle
unità dei reparti prevenzione crimine Umbria – Marche, Lazio,
Abruzzo e delle unità cinofile della polizia di Stato.

   
Dalle indagini – secondo quanto emerso dalla polizia – sono
stati individuati compiti e ruoli di ognuno dei complici, con
particolare riferimento alle modalità di gestione sia
dell’approvvigionamento dello stupefacente, sia della successiva
vendita al dettaglio. Una attività investigativa avviata a
seguito dell’arresto di un soggetto, sorpreso mentre ritirava un
pacco, proveniente dalla Spagna, contenente 4 chili di ovuli di
hashish.

   
E’ dall’analisi del telefono cellulare dell’indagato che –
sempre secondo gli investigatori – si è arrivati a capire come
questo facesse parte di una organizzazione dedita allo spaccio
di hashish e marijuana, in Umbria, Marche e Toscana. La
compravendita avveniva esclusivamente attraverso canali
Telegram, che offrivano anche consegne “delivery”. Ai clienti
migliori, a volte, veniva proposto di entrare a far parte del
gruppo, così da poter espandere il territorio.

   
In caso di arresto – sempre secondo quanto emerso dalle
indagini -, l’organizzazione provvedeva a fornire anche
assistenza legale e denaro e telefoni “puliti” da utilizzare al
momento dell’uscita dal carcere.

   

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Ansa Umbria

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