A pochi giorni dal voto esplode il caso del dossier Usa sui presunti finanziamenti di Mosca ad alcuni partiti ed esponenti politici stranieri: per ora l’Italia non risulta coinvolta, ma questo non basta a frenare lo scambio di accuse. Intanto, il Corriere della Sera ha ospitato sul suo portale il confronto fra la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il segretario del Pd Enrico Letta, bloccato sulla Rai dall’Agcom perché “non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione”.
Il duello tra Letta e Meloni
Il segretario dem e la leader di Fratelli d’Italia si sono confrontati in diretta sul sito del Corriere delle Sera sui temi più caldi della campagna elettorale. Pacati i toni del dibattito, organizzato e moderato dal direttore del quotidiano Luciano Fontana. Non ci sono stati botta e risposta, tanto da scatenare forti critiche da parte degli avversari politici. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi li ha definiti “migliori amici”. Simile il commento del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “È stata una chiacchierata tra amici”.
Il dossier Usa sui soldi russi ai partiti in oltre 20 Paesi
Il quotidiano statunitense Washington Post ha pubblicato un rapporto in cui l’intelligence Usa accusa Mosca di aver trasferito oltre 300 milioni di dollari nelle tasche di partiti e candidati in più di 20 Paesi al fine di influenzarne la politica estera all’indomani dell’invasione della Crimea. Anche se nessuna forza o esponente italiano risulta al momento coinvolte, la notizia è bastata a scatenare un terremoto e ha portato il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) a intervenire attraverso un’audizione dell’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli.
“Questa vicenda finalmente si è chiarita: nessuna interferenza russa, almeno questo risulta dai documenti che il governo e l’intelligence americana hanno fornito al nostro governo e che lo stesso Mario Draghi ha comunicato al Paese”, ha detto il presidente del Copasir e senatore Fdi Adolfo Urso, a margine dell’assemblea generale Confindustria Vicenza. E sull’audizione di Gabrielli: “Ci ha riferito puntualmente e consegnato il documento che è segretato, ma possiamo dire che il caso è chiuso e forse non si sarebbe nemmeno dovuto aprire”, ha concluso.
Il decreto Aiuti ter e il no di Draghi al secondo mandato
Il governo ha licenziato il decreto Aiuti ter alcuni giorni dopo l’approvazione in parlamento del decreto Aiuti bis, che è stato così convertito in legge. Dopo il via libera al testo, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato in conferenza stampa, entrando anche nel merito di alcune delle questioni più dibattute in questa campagna elettorale. Secco il suo ‘no’ a un suo secondo mandato da premier, ipotesi caldeggiata e sostenuta soprattutto dal Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Draghi ha voluto poi fornire un chiarimento sul dossier Usa, dopo un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa Anthony Blinken. “Ho avuto una telefonata con Blinken e la cosa più naturale era chiedere cosa sapessero. Lui mi ha confermato l’assenza di forze politiche italiane nella lista di chi ha beneficiato di fondi russi”, ha detto Draghi.
Il caso Richetti
Fanpage ha pubblicato un lungo video in cui una donna a volto coperto afferma di aver subito abusi sessuali da un senatore. Nel filmato non si fa il nome del presunto aggressore, ma a un certo punto si vede la foto profilo dell’account Facebook di Matteo Richetti, esponente del Terzo Polo. La conferma che la donna si riferisse a quest’ultimo è arrivata da Carlo Calenda. Il frontman della formazione ha respinto tutte le accuse contro Richetti, definendolo una “persona perbene” e affermando che è lui la vittima perché – come si legge in una nota diffusa in seguito alla pubblicazione del filmato – “attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia“.
Questa versione è stata ribadita anche dal diretto interessato: “La mia reputazione è stata infangata da un’intervista anonima negli ultimi giorni della campagna elettorale”, ha detto Richetti. “Sono cose che non accadono in un Paese civile. Ora basta. Il 29 novembre 2021 ho sporto una denuncia che riporta i deliranti messaggi di una persona con scarso equilibrio”. Richetti ha anche dato mandato ai propri legali di procedere in sede civile nei confronti di Fanpage, del direttore responsabile e degli altri soggetti responsabili per gli articoli e i video diffamatori nei suoi confronti pubblicati in questi giorni. “In tal modo sarà possibile accertare la palese falsità delle accuse mosse nei suoi confronti e dei messaggi telefonici pubblicati dalla testata, senza neppure verificarli”, si legge poi in una nota di Azione. Il Post ha ricostruito l’intera vicenda.
Le interviste esclusive di upday ai leader
In vista del voto del 25 settembre, upday ha intervistato i leader di alcuni dei principali partiti in corsa alle elezioni. Dall’ex premier Silvio Berlusconi, che si dice al servizio del Paese, e al segretario dem Enrico Letta, che annuncia la proposta di una “bolletta luce sociale” per le famiglie più in difficoltà. Interpellati anche il presidente del M5s Giuseppe Conte, che vuole risollevare l’Italia dalla crisi, e Luigi Di Maio che si pone come obiettivo quello di aiutare gli under 40. Al seguente link, tutte le interviste.