Il capogruppo della Lega Umbria Stefano Pastorelli replica all’intervento del consigliere regionale Thomas De Luca. Il pentastellato aveva focalizzato l’attenzione sulle ultime misure adottate dal Ministro della salute Roberto Speranza per limitare la diffusione del contagio da Coronavirus.
“Trovo l’intervento del consigliere Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle, secondo il quale il Governo ha imposto l’uso della mascherina dopo le 18 e ha chiuso le discoteche per colpa dell’Umbria e della Lega, non solo politicamente strumentale ma anche umanamente imbarazzante”. Esordisce il capogruppo Lega Umbria Stefano Pastorelli. “Affermare una cosa del genere vuol dire non avere coscienza di quanto stia accadendo oggi in Italia. La sua è una indecorosa difesa del fallimento del Governo giallo-rosso in tema di gestione della pandemia. Mandato allo sbando dal Partito Democratico – prosegue Pastorelli – il consigliere De Luca dimentica completamente di fare riferimento al vero scandalo di questi mesi e cioè gli arrivi in massa sulle coste italiane. Il sistema dell’accoglienza è al collasso e gli immigrati vengono distribuiti a casaccio sui territori, senza alcun criterio e senza tutela per le forze di polizia chiamate a controllarli”
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“Molti di loro – afferma Stefano Pastorelli – riescono a fuggire dagli istituti preposti all’accoglienza e vagano per il territorio con tutti i rischi che ne conseguono a livello sanitario e di sicurezza. Affermare che il Governo imponga l’uso della mascherina dopo le 18 e chiuda locali e discoteche per colpa di Matteo Salvini, vuol dire prendere in giro i cittadini e ignorare totalmente un problema fondamentale. Ed è preoccupante che a ergersi a difesa del business dell’immigrazione sia proprio un esponente del Movimento 5 Stelle, lo stesso partito che ha votato insieme alla Lega i Decreti Sicurezza di Matteo Salvini. Dopo aver cancellato il limite di due mandati e stabilito alleanze con il PD anche a livello comunale, i grillini continuano a rinnegare tutte le scelte fatte in passato, nascondendo il proprio agire tra menzogne e insulti. Il fine non giustifica i mezzi – conclude nella replica – non è mai troppo tardi per diventare responsabili”.