Dopo l’annuncio del Ministro della Salute Roberto Speranza – “Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà del nostro Paese” – in Umbria si riaccende lo scontro politico per la delibera della Giunta Tesei sui tre giorni di ricovero per l’aborto farmacologico.
I consiglieri regionali del Pd attaccano la presidente della Regione Umbria: “La Giunta Tesei chieda scusa e cambi subito la delibera della vergogna”. E ancora: “La donna potrà lasciare la struttura ospedaliera dopo mezz’ora dall’assunzione della pillola Ru486, senza alcun obbligo di ricovero forzoso di tre giorni come imposto dalla Giunta Tesei. Le linee guida del ministero della Salute mettono fine ad una forzatura terribile voluta dalla Lega e stabiliscono una vittoria di civiltà e dei diritti”. Non è finita: “Il consiglio superiore di Sanità prima e il ministero della Salute poi – proseguono i consiglieri del Partito democratico – mettono i paletti ad una destra oscurantista che ha provato a riportare l’Umbria indietro di cinquant’anni. È necessario che, dopo aver scatenato una sollevazione popolare e dopo essere andati incontro ad una sonora bocciatura della comunità medica, la presidente Tesei, l’assessore Coletto e il loro consigliere sul tema, il senatore Pillon, chiedano scusa alle donne e all’Umbria. Chi ha lottato per i diritti delle donne e la libertà di scelta stava dalla parte giusta. Hanno cancellato con tanta fretta un diritto che ora va subito ripristinato. La presidente Tesei – concludono – convochi subito la Giunta e cancelli la delibera della vergogna”.
Poi tocca al Movimento 5Stelle, con il consigliere regionale Thomas De Luca: “L’aborto farmacologico è sicuro. La presidente Tesei si adegui, riporti l’Umbria nel 2020 e chieda scusa”. E anche: “Secondo il parere del Consiglio Superiore di Sanità e la società di ginecologia e ostetricia ‘l’aborto farmacologico è sicuro. Va fatto in day hospital, nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e le donne possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale’. Un parere espresso in modo univoco dopo che in Umbria, con un blitz ideologico oscurantista, la Lega aveva tentato di comprimere e limitare fortemente i diritti delle donne impedendo di fatto l’interruzione volontaria di gravidanza in day hospital”.
La risposta della Regione Umbria al Ministro Speranza – “Abbiamo già chiesto al Ministero della Salute di avere il parere del Css nonché le indicazioni su tempistiche e contenuti delle direttive ministeriali di adozione del provvedimento, così come annunciato dal Ministro”. Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, in merito alle direttive per l’utilizzo della pillola abortiva. “Come già detto qualche mese fa, quando sollevammo il caso e scrivemmo una lettera al ministro Speranza, il fulcro, al di là delle polemiche, rimangono la tutela della salute delle donne, la loro autodeterminazione e la necessità di una linea comune aggiornata scientifica. Siamo pronti, come sottolineato allora e confermato oggi, ad adeguarci ad una chiara ed univoca linea del Ministero”.
E ancora: “Ci eravamo conformati alle linee nazionali – ha affermato l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – e, una volta ricevute e lette quelle nuove fornite dal Ministero, siamo pronti a farlo nuovamente, con la massima correttezza”.
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