“In riferimento al comunicato
stampa del segretario regionale del Pd Tommaso Bori relativo
alle bollette Tari dello scorso 12 maggio, si ribadisce che
l’incremento dei Pef Tari ha riguardato tutti i Comuni del sub
ambito 2 dell’Umbria, a prescindere dal colore politico, e che,
anzi, quello registrato nel Comune di Perugia è il più basso
(+6,59%) rispetto a tutti gli altri, che hanno registrato
incrementi tra il 7 e l’8,55%, tra cui Magione (7,90%) e
Castiglione del Lago (7,93%), restando comunque, al di sotto del
tasso di inflazione”: lo sottolinea in una sua nota l’assessore
comunale di Perugia alle finanze e al bilancio, Cristina
Bertinelli.
“Si ricorda, inoltre – prosegue – che il calcolo delle
tariffe viene fatto in base ai costi del servizio integrato dei
rifiuti riportati nel piano economico finanziario (Pef), e
quantificati sulla base delle rigorose regole stabilite
dall’Arera (Autorità reti, energia e ambiente) in base alla
legge 27 dicembre 2017, n. 205. I Comuni non hanno
discrezionalità nel conteggio, in quanto i costi dell’anno di
riferimento sono stabiliti sulla base dei costi storici
consuntivi sostenuti dal gestore e dall’ente nel secondo anno
precedente, rivalutati con i tassi di inflazione previsti
dall’Autorità (+13,7% circa per il 2024). A testimonianza di
ciò, lo scorso aprile, 76 Comuni umbri di diverso orientamento
hanno protestato contro questo sistema, sottolineando come esso
trasformi gli enti in esattori, impedendo loro, qualsiasi
margine di intervento sulla tariffa, anche in virtù della
differenziazione dei rifiuti e, quindi, del principio che ‘chi
più inquina più paga’”.
“Riguardo, infine, alla rateizzazione della tariffa con il
conguaglio a fine anno, è evidente – conclude Bertinelli – che
non si tratti di ‘bollette elettorali’, ma di un sistema reso
necessario sia dai tempi troppo ristretti tra l’approvazione
delle tariffe in consiglio comunale e l’emissione delle bollette
stesse, sia dalla normativa vigente. Un sistema, peraltro già
utilizzato in passato”.
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