Perugia, nuovo acceleratore lineare all’ospedale
Introduzione
Il Reparto di radioterapia oncologica dell’Azienda ospedaliera di Perugia ha introdotto un nuovo acceleratore lineare a tomoterapia elicoidale chiamato Radixact, che rappresenta una nuova frontiera nella cura dei tumori. Questo progetto è stato finanziato con 7.203.850 euro di fondi statali e 379.150 euro di fondi aziendali e regionali, per un totale di oltre 7,5 milioni di euro.
Caratteristiche di Radixact
Il Radixact è una tecnologia avanzata che integra in un’unica piattaforma una macchina per la terapia radiante, un sistema Tc (tomografia computerizzata) e un controllo in tempo reale dei movimenti degli organi. Questo consente di colpire tumori anche molto piccoli con altissima precisione, seguendo gli spostamenti fisiologici dovuti a respirazione o peristalsi. La possibilità di somministrare dosi elevate di radiazioni in modo mirato, anche su più sedi contemporaneamente, permette di distruggere le cellule tumorali preservando i tessuti sani.
Inaugurazione e commenti
All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il presidente della Commissione Sanità e Welfare del Senato Franco Zaffini, il sottosegretario al ministero dell’Interno Emanuele Prisco, l’europarlamentare Marco Squarta, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, Antonio D’Urso direttore generale Azienda ospedaliera di Perugia e Cynthia Aristei, direttrice Radioterapia oncologica. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato che “la Radioterapia di Perugia cura ogni anno oltre 1.500 pazienti” e che “questo acceleratore di ultima generazione rappresenta un passo avanti fondamentale per la cura di molti tumori”.
Capacità e utilizzo
L’impianto Radixact consente di trattare circa 25 pazienti al giorno, con un turno di 12 ore giornaliere, mattina e pomeriggio. La Radioterapia oncologica di Perugia è tra i pochi centri italiani ad aver sviluppato la tecnica “Total Marrow Lymphoid Irradiation“, impiegata nella preparazione dei pazienti al trapianto di midollo osseo, che consente di irradiare selettivamente ossa e linfonodi, riducendo la tossicità per gli altri tessuti e permettendo di trattare pazienti anche oltre i 70 anni.


