Evidenziate criticità e risultati positivi: il bilancio dell’INPS Umbria nel 2024

Evidenziate criticità e risultati positivi: il bilancio dell’INPS Umbria nel 2024

Il Rendiconto sociale 2024 dell’Inps Umbria offre una fotografia della regione, mettendo in evidenza le dinamiche demografiche, sociali ed economiche. La presentazione del documento è avvenuta nell’Aula Magna della Scuola Lingue estere dell’Esercito a Perugia, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni di categoria.

Situazione demografica e lavorativa

La situazione demografica della regione risulta essere critica, con un saldo naturale negativo solo in parte compensato da un saldo migratorio positivo. Secondo Giuseppe Siniscalchi, presidente del Comitato regionale Inps Umbria, la popolazione residente continua a diminuire. Inoltre, le retribuzioni dei lavoratori umbri sono inferiori alla media nazionale, sia per i maschi che per le femmine. Un altro dato preoccupante è la presenza di 12.148 ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.

Attività dell’Inps

Nel 2024, l’Inps Umbria ha consolidato i servizi resi alla cittadinanza. Sono stati 41.199 i beneficiari di ammortizzatori sociali per cessazione di lavoro e 13.806 i beneficiari di ammortizzatori sociali per sospensione del rapporto di lavoro. Inoltre, ci sono 299.054 pensionati, di cui 61.685 per invalidità civile, e decine di migliaia di percettori di altre prestazioni.

Occupazione e disoccupazione

Secondo Antonio Di Marco Pizzongolo, direttore regionale Inps Umbria, la regione registra un aumento del tasso di occupazione e una riduzione del tasso di disoccupazione, con valori migliori rispetto alla media italiana. Tuttavia, la crescita dell’occupazione è debole e deve essere consolidata con una crescita qualitativa, altrimenti si rischia di creare occupazione debole e discontinua con retribuzioni basse.

Pensioni e parità di genere

Il direttore provinciale di Perugia, Stefano Lo Re, ha sottolineato che tutti gli indici economici stanno migliorando, con un aumento delle entrate contributive e quindi delle pensioni. Tuttavia, c’è un gap di genere nelle retribuzioni delle pensioni, con le donne che percepiscono circa 500 euro in meno rispetto agli uomini. L’Inps sta cercando di risolvere questo problema, con una particolare attenzione alla parità di genere.

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