Cablaggio elettrico alle Fonti dei Tintori, in attesa della prossima inaugurazione. L’ultimo intervento consiste nel cablaggio dell’opera, al fine di poterla dotare di un’adeguata illuminazione che ne valorizzi il significato e le strutture.

Un passaggio avente carattere di prerequisito, in funzione dell’installazione dei riflettori. Che saranno quattro nella prospettiva frontale e due su quelle laterali. Si tratterà di lampade a basso consumo, di moderna concezione e ad alte prestazioni. Un sistema a led che fornirà luce a un’opera, diversamente destinata alla scarsa visibilità durante la notte. Fino a prima del restauro conservativo non c’era, infatti, nessuna luce, se non quella fornita dall’illuminazione pubblica della strada. Peraltro intercettata e attenuata dalle piante d’alto fusto, ridimensionate e in arte abbattute. Dire che l’illuminazione fosse insufficiente è un eufemismo.

Le due luci laterali evidenzieranno le fiancate, particolarmente dotate di nuovo appeal, dopo una ricostruzione di singolare fascino. Due particolari “inventati”, ma coerenti col manufatto che, altrimenti, sarebbe stato ben presto investito e divorato, da terra e vegetazione. Come accaduto in passato. Stessa funzione ha il muro di sbarramento protettivo sul retro, fronte viale Orazio Antinori. Anche qui, a difesa e tutela del tetto rifatto a regola d’arte. In precedenza sommerso da smottamenti del terreno su cui era cresciuta una boscaglia. Con tanto di sfondamento da parte degli apparati radicali e conseguenti infiltrazioni, divenute negli anni antiestetiche stalattiti di carbonato di calcio.

Le quattro luci fontali metteranno in evidenza i tre fornici delle rispettive vasche. Una luce sarà proprio sopra la targa mutila del precedente restauro, effettuato a cura dell’Ente di promozione turistica ai tempi di Giuseppe Agostino.

Il complesso monumentale era un tempo destinato alla tintura delle stoffe della Corporazione dei lanaioli. È ancora in forse il riempimento idrico delle vasche. Circostanza che richiederebbe l’adozione di particolari misure per il filtraggio delle acque. Al momento, il filo d’acqua che scorre perennemente viene fatto confluire in un tubo che ne consente il deflusso in fognatura.


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Il ripristino delle acque fornirebbe un’immagine più vicina alla facies e alle funzioni originarie del manufatto. E le tre vasche, con la pavimentazione interamente rifatta, dovrebbero garantire una buona tenuta.



Fonte articolo Perugia Today

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