Il pendolarismo, che sia dovuto al lavoro o per lo studio, è un salasso di risorse, soprattutto economiche. Lo sanno bene i cittadini di Lugnano in Teverina costretti a spostarsi dal paese per lavoro, che in questi ultimi giorni sono stati messi di fronte a un aut aut: o paghi l’abbonamento annuale in un’unica soluzione, oppure niente.
A raccontare la vicenda che sta scaldando gli animi di molti lugnanesi, è il vice sindaco Alessandro Dimiziani: “I primi a verificare questo “inghippo” sono state le persone che hanno effettuato il rinnovo degli abbonamenti dei propri figli studenti nei primissimi giorni di settembre e si sono visti negare la rateizzazione”. Una doccia fredda per molti genitori che hanno dovuto rivedere i conti di casa per poter consentire ai propri figli di viaggiare verso la scuola.
“Stiamo parlando di cospicui anticipi per la quota annuale che pesano in particolar modo nelle tasche di chi ha più figli che usano il pullman – osserva Dimiziani – in quanto a detta degli stewards degli uffici la direzione avrebbe bloccato la procedura della rateizzazione per tutti gli abbonamenti”.
Una nuova linea operativa di BusItalia che ha generato malcontenti e proteste, soprattutto per il mancato preavviso da parte dell’azienda. Una protesta che è giunta alle orecchie dell’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche, il quale, dopo le opportune verifiche, ha riabilitato la possibilità di rateizzare gli importi.
BusItalia e le “discriminazioni” fra categorie di pendolari
Tutto ok, quindi. Invece no. Il 9 settembre scorso arriva un’altra “sorpresina” inattesa da parte di BusItalia: “Stiamo parlando di una discriminazione subita dai pendolari direttamente agli sportelli di piazza della Rivoluzione – denuncia Dimiziani -: secondo le nuove direttive la possibilità di rateizzare gli importi degli abbonamenti è riservata solo a quelli degli studenti a patto che non usino i voucher per il rimborso covid (previsti per chi, titolare di abbonamento annuale, non lo ha potuto sfruttare nel periodo di lockdown, ndr) e solo a partire dalla seconda rata”. E per tutti gli altri pendolari, come ad esempio coloro che devono spostarsi per lavoro verso Roma, Terni o Viterbo? “Per loro – risponde Dimiziani – la possibilità di rateizzazione resta bloccata, generando così una disparità di trattamento per una stessa tratta”.
Questo significa che se per uno o più figli studenti è possibile rateizzare, come di consueto, l’importo dell’abbonamento annuale, per un pendolare che si sposta per lavoro o altre necessità la quota deve essere saldata all’atto di sottoscrizione dell’abbonamento.
“In qualità di amministratore di un comune della provincia di Terni – osserva il vice sindaco – vorrei avere spiegazioni tecniche valide per capire le motivazioni di tali disparità. Certamente auspico, come tutti i pendolari coinvolti, il ripristino della possibilità di rateizzazione per gli abbonamenti annuali anche per i lavoratori. Siamo disponibili anche alla costituzione di un tavolo con istituzioni e lavoratori per un incontro con la direzione della società per risolvere positivamente il problema”.
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Un problema che resta e si acuisce col passare dei giorni. Nel frattempo, sempre perché la vita è piena di ben altri problemi, i pendolari di Lugnano non hanno ancora ricevuto una risposta.