Una ottantina quelli seguiti dal servizio del Grocco


(ANSA) – PERUGIA, 07 SET – Sono una ottantina i pazienti affetti da disturbi respiratori nel sonno seguiti in telemedicina dal servizio di Riabilitazione respiratoria e prevenzione tisiopneumologica dell’Usl Umbria 1, al Centro servizi Grocco di Perugia. Il primo in Umbria ad aver attivato durante la pandemia la modalità a distanza.
    I disturbi respiratori nel sonno sono – spiega l’azienda sanitaria -, una patologia che nella maggior parte dei casi viene curata tramite l’uso della Cpap, uno strumento che garantisce la pressione positiva continua delle vie aeree.
    “Questo controllo costante – spiega la dottoressa Girolmina Crigna, referente del servizio – ci è utile sia per lo studio di titolazione, ossia per la ricerca della pressione utile a vincere gli eventi ostruttivi, sia per il follow-up, permettendoci di identificare e affrontare problematiche di aderenza, inerenti al corretto posizionamento delle maschere ed a valutare l’efficacia terapeutica. Avvalendoci della possibilità di contattare telefonicamente i pazienti, in questi mesi abbiamo fornito supporto motivazionale e consigli per la risoluzione dei problemi. Infine, attraverso la possibilità di modificare da remoto i parametri, ed intervenendo in maniera immediata per assicurare l’efficacia del trattamento, abbiamo potuto evitare numerose visite ambulatoriali con conseguente e rilevante contenimento dei costi e con soddisfazione dei pazienti”. Nonostante la sua “efficacia clinica documentata” – sottolinea l’Usl 1 -, si stima che fino al 30 per cento dei pazienti con indicazione al trattamento lo rifiuta fin dall’inizio mentre quelli che l’abbandonano dopo il primo anno è mediamente del 25 per cento. “Tra le cause più frequenti di abbandono sono da annoverare – prosegue Crigna – il fastidio eccessivo per la pressione dell’aria, la presenza di claustrofobia o eccessivi livelli di ansia, l’interfaccia inadeguata e la congestione nasale. La telemedicina con quotidiano controllo da remoto consente di portare direttamente presso la casa del paziente, con una semplice telefonata o modifica da remoto dei parametri di ventilazione, il servizio dello specialista, migliorando cosi la qualità dell’assistenza e garantendo la continuità delle cure; inoltre il suo utilizzo potrebbe aumentare l’aderenza al trattamento per l’attenzione immediata a possibili effetti collaterali e per la risoluzione tempestiva dei problemi. Inoltre il paziente, essendo a conoscenza del telemonitoraggio, risulta essere più motivato all’utilizzo del dispositivo medico”. In Umbria – su una popolazione residente, di fascia di età compresa tra 30 e 80 anni, di 574.496 persone sono circa 2.256 le protesi attive tra Cpap e Apap, di cui 1.499 gestite dall’Usl Umbria 1. Un numero definito troppo basso se si considera che in Italia sono 230.000 le protesi attive e che la stima della prevalenza nazionale si attesta al 12 per cento della popolazione che presenta una patologia moderata legata ai disturbi del sonno. In Umbria, quindi, dovrebbero essere circa 69 mila i casi accertati, mentre quelli attuali rappresentano solo l’1 per cento in termini assoluti.

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