La IV commissione Cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha espresso all’unanimità parere favorevole sulla proposta di deliberazione del Consiglio comunale per il conferimento della cittadinanza onoraria a Gualtiero Bassetti, Cardinale Arcivescovo di Perugia–Città della Pieve.
La proposta era stata presentata dal sindaco Andrea Romizi e da tutti i gruppi consiliari.
Come illustrato dal presidente Cesaro, la concessione della cittadinanza onoraria è prevista dallo statuto dell’ente a favore di personalità italiane e straniere per meriti particolari nei confronti della città. Meriti che, secondo i proponenti, sono ravvisabili nell’opera del cardinale Bassetti.
Chiamato da Papa Francesco a far parte del Collegio cardinalizio durante il Concistoro del 22 febbraio 2014 – ricorda l’atto -, è il primo prelato dall’Unità d’Italia in poi che, svolgendo l’ufficio di arcivescovo della città di Perugia, è stato elevato alla porpora cardinalizia. Per trovare un precedente, bisogna risalire all’arcivescovo Vincenzo Gioacchino Pecci (futuro Papa Leone XIII), nominato cardinale nel 1853. Il cardinale Bassetti è anche il primo arcivescovo di Perugia nominato Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, massimo organismo rappresentativo della Chiesa cattolica italiana.
Svolgendo questi due alti incarichi in qualità di arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti ha dato importanza e lustro alla città sia nell’ambito ecclesiastico sia in quello civile. Le nomine dell’arcivescovo di Perugia a cardinale e successivamente alla presidenza della CEI costituiscono inoltre un ulteriore sigillo a quella riconciliazione, dopo i fatti del Risorgimento, tra Perugia e le istituzioni della Chiesa cattolica, riconciliazione già definitivamente sancita nel 1986 dalla storica visita del Papa San Giovanni Paolo II.
Il motto episcopale del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, “In charitate fundati” – si legge ancora nell’atto – ben sintetizza lo stile di questo Pastore della Chiesa universale, quando, per tutti, ha avuto parole di incoraggiamento e gesti concreti di solidarietà. Le prime realtà che ha visitato dopo un primo allentamento del lockdown (seconda metà di aprile 2020), sono state l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” e il carcere di Capanne di Perugia. Già vice presidente della Cei (2009-2014) e presidente della Ceu (2012-2017), per un decennio visitatore apostolico dei Seminari d’Italia (2001-2011), è membro delle Congregazioni per i Vescovi e per il Clero, del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e, dall’agosto 2019, della Congregazione per le Chiese orientali.
Le sue radici affondano fra le montagne che dividono la Toscana e l’Emilia Romagna: nasce il 7 aprile 1942 a Popolano di Marradi, in provincia di Firenze, ma nella Diocesi di Faenza-Modigliana. È il primo di tre figli e viene alla luce nel comune che ha dato i natali al poeta Dino Campana. Dopo aver trascorso l’infanzia a Fantino, nell’Arcidiocesi di Firenze, nel 1956 entra nel Seminario di Firenze. Il 29 giugno 1966 viene ordinato presbitero nel duomo di Santa Maria del Fiore dal cardinale Ermenegildo Florit. Inviato come vice parroco nella comunità di San Salvi, nel 1968 è chiamato in Seminario come assistente al Minore e responsabile della pastorale vocazionale. Nel 1972 viene nominato rettore del Seminario Minore. Nel 1979 il cardinale Giovanni Benelli gli affida l’incarico di rettore del Seminario Maggiore, a soli 37 anni. Nel 1990 il cardinale Silvano Piovanelli lo nomina suo pro-vicario e nel 1992 lo chiama a diventare vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze.
Il 3 luglio 1994 papa Giovanni Paolo II lo elegge vescovo di Massa Marittima-Piombino. Viene ordinato vescovo l’8 settembre dal cardinale Piovanelli nella basilica di San Lorenzo a Firenze; dieci giorni più tardi fa il suo ingresso nella Diocesi a lui affidata.
Il 21 novembre 1998 viene eletto vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dove fa il suo ingresso il 6 febbraio 1999.
Promosso da papa Benedetto XVI alla sede arcivescovile metropolitana di Perugia-Città della Pieve il 16 luglio 2009, fa il suo ingresso in diocesi il 4 ottobre dello stesso anno, nel giorno dedicato a San Francesco di Assisi, Patrono d’Italia. Ha molto in comune con il suo illustre predecessore, il cardinale Gioacchino Pecci (papa Leone XIII), che fu vescovo di Perugia dal 1846 al 1878, entrato nella storia come il “Papa riformatore e sociale” e il “Papa dei lavoratori”, che, nello scrivere l’enciclica “Rerum novarum”, formulò i fondamenti della Dottrina sociale della Chiesa.
Nella Diocesi umbra ha saputo ben coniugare la sua azione pastorale con quella sociale non perdendo occasione di far sentire la voce della Chiesa in diverse difficili situazioni, accentuate dal perdurare della crisi economica.
Ha scritto le Meditazioni della Via Crucis presieduta da papa Francesco il Venerdì Santo del 2016 al Colosseo, sviluppando nelle quattordici stazioni il tema della sofferenza dell’uomo di oggi, della famiglia, delle persecuzioni e delle tragedie delle migrazioni.
Ha sempre promosso l’idea di un “patto educativo” fra comunità ecclesiale, istituzioni e realtà formative per rispondere all’emergenza educativa.
Nei numerosi messaggi che ha rivolto ai fedeli e agli uomini di buona volontà delle Diocesi da lui guidate, si è soffermato spesso sulle morti nel lavoro e sulla crisi occupazionale, sulla politica che ha bisogno di un «sussulto profetico», sulla legalità nella gestione della cosa pubblica, sulle gravi piaghe sociali del nostro tempo, quali la prostituzione, il consumo di sostanze stupefacenti e di alcool e il gioco d’azzardo, che rendono l’uomo schiavo e vittima di queste povertà estreme.
Da presidente della Cei ha promosso l’incontro di riflessione e spiritualità di respiro internazionale “Mediterraneo, frontiera di pace”, svoltosi a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020, che ha riunito sessanta vescovi cattolici di venti Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.
Recentemente, infine, ha organizzato, quale presidente della CEI, l’evento “Mediterraneo, frontiera di pace 2” (Firenze, 23-27 febbraio), ispirandosi alla profezia di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze impegnato per la pace fra le nazioni, organizzatore, nella città medicea, dei “colloqui mediterranei”.
“Il cardinale Bassetti merita appieno questa onorificenza”, ha detto l’assessore Edi Cicchi, ospite in commissione insieme al collega Gabriele Giottoli. “Il cardinale – ha proseguito Cicchi – si è perfettamente integrato nel sistema politico, economico e sociale della città. La sua figura ci ricorda quella di Leone XIII per i temi che più gli sono cari. Ma vorrei richiamare anche la sua affinità con l’Imam, a dimostrazione della capacità di dialogare con altri culti e religioni, così come l’attenzione per i giovani sfociata, in particolare, nel forte rilancio dell’attività oratoriale”.
L’assessore Giottoli ha aggiunto che il cardinale “ha tenuto alto il nome della città e della diocesi nel contesto nazionale e ci ha consegnato messaggi fondamentali di pace e apertura al dialogo”.
Il consigliere Nicola Volpi (Progetto Perugia) ha espresso gratitudine per l’iniziativa promossa dal sindaco e da tutti i gruppi. “Il nostro cardinale – ha continuato – è persona mite e umile, ma ha rivestito e riveste ruoli di grande importanza. E’ inoltre dotato di una umanità testimoniata da tutto ciò che dice e dal suo operare quotidiano”.
“E’ un momento davvero emozionante avviare l’iter del conferimento della cittadinanza onoraria a una personalità che con garbo accompagna i popoli verso uno scenario di riconciliazione e che trae costante ispirazione dal sindaco santo La Pira, di cui è grande conoscitore”, ha concluso Cesaro.