È una situazione che potrebbe diventare esplosiva con tanti negozi che restano chiusi, attività artigiane e imprese sottoposte a una decurtazione di fatturato a volte letale. Oltre poi alle risorse materiali, quel che manca o può mancare è anche la forza morale per riprendere delle attività che si fondano già su un grosso sforzo personale: la fiducia nei prossimi mesi è molto importante per superare le difficoltà, se manca sarà veramente dura. Già oggi l’occupazione e il Pil stanno crollando come mai prima d’ora, nonostante la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti. Gli effetti della pandemia pesano naturalmente sull’economia umbra: 27 mila lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali, 81 milioni di euro di reddito persi e 28 milioni di ore di cassa integrazione. Secondo l’ultimo rapporto Ires-Cgil ” L’ Umbria è un malato grave e occorre non sbagliare cura”. In realtà per adesso non emerge alcuna ricetta da parte della Regione per rilanciare l’economia umbra provata dalla pesantissima crisi provocata dal Coronavirus. Ma quello che sta emergendo in questi giorni è qualcosa di ancora più preoccupante: l’assenza non solo istituzionale ma anche fisica dell’esecutivo di Palazzo Donini. Dopo l’accusa arrivata dai lavoratori della ex Merloni ora si aggiunge anche quella dei sindacati dell’Ast , parliamo delle due più grandi vertenze industriali dell’Umbria. Qualche migliaio di lavoratori in difficoltà, famiglie (quelle dell’ex Merloni in particolare) che intravedono un futuro senza lavoro e il timore di una città , come Terni che guarda con preoccupazione a questa fase di incertezza che caratterizza viale Brin. Così i sindacati dei metalmeccanici si scagliano contro la Regione dell’Umbria: ” Lontana anni luce dalla vertenza Ast”. La fase precedente alla fermata estiva degli impianti e la fermata stessa , dicono Fim-Uilm-Fiom-Fismic-Ugl e Usb, è stata caratterizzata ” da un silenzio assordante delle istituzioni , a partire dalla Regione, da noi interessata il 12 giugno e che non ha prodotto nessun intervento, neanche conoscitivo”. Una denuncia pesante che va oltre: “Questo atteggiamento da parte della presidenza regionale è di certo innovativo: disinteressarsi della vicenda Ast e di tutto ciò che riguarda più direttamente i lavoratori”. Purtroppo si tratta di una assenza che si ripete a distanza di pochi giorni quando il 25 agosto a Fabriano , all’incontro per trovare una soluzione alla drammatica vicenda Indelfab (ex Merloni) , c’erano tutti meno l’Umbria. Presenti i lavoratori, il Governo con il sottosegretario Alessia Morani, la Regione Marche con l’assessore Loretta Bravi , i sindacati ma non la Regione Umbria. Non c’era la Presidente Tesei, assente l’assessore competente Fioroni e nemmeno un dirigente del Broletto. Un’assenza pesante in quanto è a rischio il futuro di 583 lavoratori. Due casi che confermano un vuoto istituzionale assai preoccupante e l’assenza di una vera politica per favorire il lavoro e rilanciare dell’economia umbra. Chi rappresenta le Istituzioni ha il dovere , almeno questo, di essere presente quando in gioco c’è il futuro della comunità e delle famiglie, indipendentemente da tutto il resto.