Dal 30 settembre al 23 ottobre la sala Cannoniera nella Rocca Paolina ospiterà una mostra dedicata al Tibet, alla sua cultura, alla sua storia e al suo popolo.

Oggi la mostra è stata inaugurata dall’assessore Varasano alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’informazione dell’Amministrazione Centrale Tibetana, Norzin Dolma, della rappresentante del Dalai Lama in Europa, Thienly Chukkyi, e della presidente della Comunità Tibetana in Italia, Tseten Longhini.

La mostra “Tibet Cuore dell’Asia” si compone di cinquantadue gigantografie.

Sono immagini eloquenti, simboliche e affascinanti, catturate da Claudio Cardelli nei suoi oltre quarant’anni di viaggi in tutti i territori di cultura tibetana nell’Asia Centrale. Dallo stesso Tibet occupato dalla Cina nel 1950, al Bhutan, al Sikkim, al Mustang, Zangskar, Ladakh senza contare il mondo della diaspora formatosi in India dopo la fuga del Dalai Lama dal Tibet nel 1959.

“Questa – ha commentato l’assessore Varasano – è una mostra dal grande valore umano e civile, non soltanto paesaggistico, storico e culturale; ciò perché ci avvicina attraverso le immagini al Tibet ed al suo popolo facendoci sentire ancora più vicino ad essi. La mostra inoltre ci fa percepire la bellezza del cuore dell’Asia, ma anche la tempra del popolo tibetano ed il suo desiderio di libertà, indipendenza ed una sobria fierezza. Ciò ci fa capire l’importanza e la profondità della spiritualità e della cultura tibertana: valori che ci avvicinano perché annualmente cerchiamo di ricordare i fatti tragici di Lhasa e lo faremo in futuro con altri eventi. Questo con l’obiettivo di far comprendere ai più la bellezza e la sofferenza del Tibet e del suo popolo”.

Mi piace molto – ha continuato l’assessore – il titolo della mostra “Tibet cuore dell’Asia”, perché cuore non è indicativo solo di un’indicazione geografica, ma è l’organo vitale per eccellenza, la sede dell’anima e della vita. “Mi sembra bellissimo che la mostra sia ricondotta al cuore ed a tutto ciò che esso rappresenta. E noi con questa mostra vogliamo dimostrarvi la nostra vicinanza, facendo conoscere la vostra cultura ma anche il vostro anelito per la libertà”.

La mostra, corredata da pannelli illustrativi, mappe e documenti, schede e didascalie puntuali, rappresenta una sintesi il più possibile completa di quel variegato ma peculiare “universo” umano che vedeva, e in parte ancora vede, in Lhasa, la città dove fino al 1959 per sette secoli sono vissuti i Dalai Lama, il suo faro guida. I Dalai Lama erano i capi politici e spirituali di un Tibet scomparso ma che oggi, pur sotto il dominio cinese, ha trovato nella diaspora e in questi mondi, da sempre satelliti culturali e religiosi del “Great Tibet”, la possibilità di mantenere vive e attive le tradizioni e l’identità di quell’antico e unico paese.

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19,30.

Il Tibet, una nazione di oltre due milioni di km quadrati situata nel centro del continente asiatico, è diventata popolare in occidente negli ultimi decenni grazie alla instancabile opera di sensibilizzazione prima di tutto da parte del suo leader Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama e poi dal lavoro ostinato e continuato delle comunità tibetane in esilio in India e nel mondo e dei gruppi di supporto alla causa tibetana presenti in quasi tutti i paesi. Curatore e autore delle immagini esposte è Claudio Cardelli, presidente della Associazione Italia-Tibet, documentarista per la RAI e fotografo con al suo attivo numerosi servizi pubblicati sulle principali riviste del settore e volumi dedicati al Tibet, India e altri paesi dell’Asia.

 

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