L’accusa contestata è chiara e gli elementi raccolti a suo carico dall’Fbi sono talmente consistenti da aver fatto emettere dal tribunale distrettuale di New York un ordine di carcerazione nei suoi confronti, concretizzatosi con l’arresto avvenuto mercoledì 5 gennaio 2022 non appena atterrato all’aeroporto della Grande Mela, il JFK. La cosa incomprensibile, però, è il motivo per il quale Filippo Bernardini, 29enne amerino, da anni residente a Londra, dove lavora con un incarico di prestigio e responsabilità per un grande editore britannico, si sia accaparrato in modo fraudolento una gran quantità di romanzi inediti, veri e propri potenziali best sellerà di grandi scrittori, come Dan Brown, senza che da questa attività illecita ne abbia ricavato un qualsivoglia tipo di guadagno economico.
E questa pare cosa certa, sempre secondo gli elementi raccolti dagli inquirenti statunitensi secondo i quali i “furti” letterari sarebbero andati avanti dagli ultimi cinque anni. Entrando nel dettaglio, Bernardini, almeno fino al momento dell’arresto, lavorava per il colosso editoriale Simon & Schuster Uk, specificamente come coordinatore dell’ufficio diritti. Secondo l’accusa, il giovane amerino si sarebbe interfacciato con autori, editori, agenti e scout letterari, che potevano avere in mano bozze di romanzi e scritti inediti, sotto mentite spoglie di persone che lavoravano nel settore dell’editoria, attraverso indirizzi mail falsi e utilizzando nomi di domini leggermente modificati (ad esempio penguinrandornhouse.com invece di penguinrandomhouse.com, quindi sostituendo “rn” con una “m”). Sempre secondo gli accusatori di Bernardini, il 29enne avrebbe registrato oltre 160 domini fraudolenti.
A fronte di questo lavoro di “accaparramento” di composizioni inedite, che configura il reato di frode telematica e furto d’identità aggravato, non risulta al momento alcuno scopo, per così dire, di lucro: nessuno di questi romanzi risulta infatti essere apparso sul mercato nero o sul dark web, così come non è mai pervenuta alcuna richiesta di riscatto. Al punto che si ipotizza un’azione sì illegale, per l’ordinamento Usa criminale, ma spinta da motivazione come mitomania, ossessione di avere gli scritti in anteprima o magari per ricerche di mercato. Un comportamento forse bizzarro ma che ha aperto a Filippo Bernardini le porte di un carcere statunitense e l’avvio di una vicenda giudiziaria tutta da scrivere. Secondo quanto rimbalza dagli Usa, il 29enne giovedì sarebbe già stato sentito dal giudice di fronte al quale avrebbe respinto tutti gli addebiti. Il suo avvocato, Hannah McCrea, ha chiesto la scarcerazione, anche se al momento è stata fissata solo la cauzione. Di 300 mila dollari. (Corriere dell’Umbria)