(UNWEB) Spoleto. “Gli agenti della Polizia di Stato, a seguito di segnalazione pervenuta alla Sala Operativa del Commissariato di Spoleto, sono intervenuti in un’abitazione della città per una lite in famiglia.
A contattare il Numero Unico di Emergenza era stata una donna che, in preda al panico a seguito delle aggressioni del figlio, aveva deciso di chiedere aiuto alla Polizia di Stato. Gli operatori della Sala Operativa, raccolta la richiesta, hanno inviato sul posto una Volante, tentando, nel frattempo, di rimanere al telefono con la vittima e di tranquillizzarla.
Giunti sul posto, i poliziotti sono riusciti ad intercettare e fermare l’uomo che, a seguito della segnalazione fatta dalla madre, stava tentando di allontanarsi dall’abitazione.
Una volta entrati nell’appartamento, gli agenti hanno trovato la donna sotto shock. Dopo averla rassicurata, i poliziotti l’hanno sentita in merito a quanto accaduto apprendendo che il figlio, in uno scatto d’ira, l’aveva aggredita violentemente, minacciandola e tentando di soffocarla.
La vittima ha poi riferito che da tempo, unitamente all’anziana madre, erano vittime delle violenze e delle aggressioni del figlio.
Gli agenti hanno quindi proceduto a identificare l’uomo – un cittadino italiano, classe 1982 – che, a seguito delle verifiche, è risultato gravato da numerosi precedenti di polizia per i reati di lesioni, furto, danneggiamento, resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale, porto abusivo d’armi ed oggetti atti ad offendere e in materia di sostanza stupefacenti.
Il 41enne, inoltre, è risultato indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Dopo aver affidato la donna alle cure dei sanitari e terminati tutti gli accertamenti, gli agenti hanno arrestato l’uomo per il reato di maltrattamenti in famiglia. Su disposizione del Pubblico Ministero, è stato accompagnato presso la Casa di Reclusione di Spoleto.
Il G.I.P., dopo aver convalidato l’arresto, stante la gravità dei fatti e la pericolosità dell’indagato, ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere. L’indagato è da considerarsi innocente fino a sentenza definitiva di condanna”
Così, in una nota, la Questura di Perugia.