iniziativa CamerinoSe ne è parlato ad un incontro organizzato lunedì scorso a Camerino

Appello degli architetti al commissario: “Più personale e incarichi liberalizzati”. Castelli ha annunciato l’approvazione dell’emendamento che sblocca l’applicazione del Superbonus per zona sisma


(UNWEB) Perugia,  – Anche l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Perugia ha sottoscritto il documento con le richieste più urgenti sul tema della ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 2016. L’atto, che è stato firmato da tutti i presidenti degli ordini territoriali delle quattro regioni interessate, è stato illustrato lunedì 27 marzo a Camerino durante un incontro dal titolo “Ricostruire quali orizzonti?” e che ha visto anche la presenza del commissario alla ricostruzione Guido Castelli ed direttore dell’ufficio ricostruzione Marco Trovarelli.

A margine dell’incontro il commissario Castelli ha annunciato anche che è stato approvato l’emendamento che sblocca l’applicazione del Superbonus per gli edifici colpiti dal terremoto, presentato dalla commissione finanze della Camera. Riguarda la deroga dei crediti d’imposta per l’applicazione del Superbonus 110% nel cratere sismico. Una notizia importante, in quanto l’emendamento dovrebbe garantire fino al 2025 la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli interventi di ricostruzione che hanno usufruito del 110% per le lavorazioni non coperte da contributo sisma e che rappresenterà uno stimolo per le imprese a lavorare nel “grande cantiere” della ricostruzione.

Per quanto riguarda il documento sottoscritto e presentato a Camerino, si tratta di tre pagine presentate in due ore di confronto per illustrare il punto di vista degli Ordini territoriali degli Architetti PPC di Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Perugia, Terni, Teramo, Pescara, L’Aquila, e Rieti, dove si chiede anche un tavolo di coordinamento permanente con il Commissario. Il materiale, inoltre, sarà inviato formalmente allo stesso Castelli e al presidente del Consiglio nazionale degli Architetti Fabrizio Miceli.

“Al disagio della popolazione oggi quasi rassegnata ad accontentarsi dello stato attuale di continua emergenza – hanno scritto gli Architetti nel documento – si aggiunge il disagio dei professionisti impegnati nel processo della ricostruzione, spesso pubblicamente indicati come i massimi responsabili dello stallo in cui versiamo. L’esperienza maturata in questi 6 anni dagli iscritti, direttamente sul campo, misurandosi con le mille problematiche che ogni procedimento riserva e l’attività di ascolto e sintesi operata dai Consigli Provinciali, ha permesso di capire le maggiori criticità e come affrontarle su due livelli: un livello politico-programmatico ed un livello normativo-procedurale”.

Il documento è stato presentato al Commissario Castelli suddividendolo in 6 capitoli. Vittorio Lanciani presidente dell’Ordine di Macerata ha introdotto il documento sotto l’aspetto politico, Fabrizio Miluzzo presidente di Rieti ha trattato la strategia della ricostruzione; Alessandra Baldelli, consigliere di Ancona ha posto il tema degli incarichi gestiti contemporaneamente e attribuiti al singolo professionista. Paolo Moressoni consigliere dell’Ordine di Perugia ha affrontato il tema della piattaforma di Gestione Digitale Sisma e i problemi legati la Superbonus; Loredana Camacci Menichelli vicepresidente di Macerata sullo schema dei contratti e il nuovo schema di calcolo; Dario Nanni di Ascoli Piceno sul calcolo delle parcelle.

Il Gruppo di Coordinamento del Cratere 2016 formato dagli Ordini degli Architetti PPC chiede di ridiscutere il “Protocollo di Intesa” applicato alla ricostruzione correggendo tutte le anomalie nel tempo rilevate che contrastano tra l’altro in modo clamoroso con le norme deontologiche vigenti, oltre che con procedure di natura giuridica, fiscale, amministrativa e assicurativa, asintonia non giustificabile con la necessità. Secondo gli Architetti “una ricostruzione collage di singoli PSR senza una visione strategica sovracomunale su un territorio che necessita di curare le ferite dell’evento sismico, le lacerazioni del paesaggio indispensabili nella fase di primo intervento, non è un modello che garantisce l’obiettivo di ridare vita, prospettive ed identità alle singole realtà locali. Gli architetti non possono aspettare che questo sia evidente a tutti tra dieci anni ma debbono evidenziare in maniera compiuta e chiara le criticità che si evidenzieranno in un futuro non troppo lontano e che in alcuni casi stanno già venendo alla luce”.

Gli Architetti sono consapevoli della loro responsabilità Etica verso una ricostruzione che deve porre al centro del progetto di “qualità” l’uomo in quanto tale, favorendo la rinascita e la crescita sociale ed economica di questi territori. Ad oggi ci sono le risorse, ci sono le competenze e ci sono le convergenze (l’incontro di Camerino lo ha dimostrato) per poter fare presto e bene.

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