Il grano, sia tenero sia duro, che
gli agricoltori hanno portato ai molini è risultato di una
qualità “notevolmente inferiore” a quella degli scorsi anni, e
di conseguenza è stato pagato meno. Emerge, per quanto riguarda
la provincia di Perugia (con effetti estensivi anche in quella
di Terni), dai listini settimanali della borsa merci. Organo
della Camera di commercio dell’Umbria fornisce settimanalmente i
prezzi all’ingrosso di 278 prodotti, tra cui quelli dei
frumenti, che fanno da riferimento nella contrattazione tra le
parti.
In una nota della Camera di commercio si sottolinea che vista
“la scarsità” del grano italiano di qualità, per le varie
produzioni è stato quindi necessario miscelarlo con quelli
importati da Turchia, Canada, ma anche da molti altri Paesi. “E
quindi quel poco grano di qualità italiano che c’era è entrato
in diretta competizione di prezzo con quello di questi Paesi” si
sottolinea nella nota.
“A questi prezzi non sono pochi i produttori umbri di grano
tenero che ci rimettono, quelli di grano duro sono al limite.
Un’annata da dimenticare”, commenta il presidente della Borsa
merci, Bruno Diano. “Va considerato, peraltro – aggiunge -, che
i prezzi erano già scesi la scorsa annata, ma non a questo
punto. Tuttavia, molti produttori avevano già venduto quando la
curva dei prezzi ha cominciato a scendere”.
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