I consiglieri regionali dei gruppi di minoranza (Fabio Paparelli, Tommaso Bori, Simona Meloni e Donatella Porzi, Pd, Thomas De Luca, M5s, Andrea Fora, Patto civico per l’Umbria, e Vincenzo Bianconi, Misto) hanno depositato una mozione urgente da discutere nella seduta dell’Assemblea legislativa del 14 settembre, per chiedere alla presidente Donatella Tesei ed al presidente dell’Assemblea legislativa, Marco Squarta, di convocare, entro il mese di settembre, un Consiglio regionale straordinario, aperto alle forze sociali, da tenersi a Terni ed avente ad oggetto il futuro di Ast e lo sviluppo industriale ed occupazionale della conca ternana. Unitamente a ciò si sollecita alla presidente della Regione l’impegno a “richiedere, in considerazione della strategicità del sito Acciai speciali Terni e delle sue produzioni, l’immediata convocazione delle parti sociali e delle istituzioni locali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare ai massimi livelli, che il piano industriale che verrà e la credibilità dell’acquirente assicurino il mantenimento dell’integrità del gruppo compresa la parte commerciale, i volumi produttivi ottimali dell’azienda, il funzionamento dei due forni di fusione e lo sviluppo del sito in base alle effettive potenzialità sotto ogni punto di vista, verificando così anche il rispetto dei termini dell’accordo ponte e le prospettive di investimenti in campo ambientali e tecnologico”. “Il Ministro Giorgetti – spiegano i consiglieri – rispondendo all’interrogazione parlamentare sottoscritta da alcuni deputati, tra cui l’onorevole Walter Verini, ha dichiarato che la procedura di vendita del sito strategico di Ast sarà completata entro il mese di settembre e che entro quella data avremmo conosciuto quale tra i vari players interessati all’acquisizione si aggiudicherà la proprietà dello stabilimento siderurgico di Terni. Il giorno successivo le suddette dichiarazioni e quelle di alcuni deputati umbri sono state smentite dall’ad di AST Burelli Massimiliano, che ha parlato invece di tempi più lunghi, asserendo che nelle interlocuzioni con il ministro non avrebbe mai parlato di date, spostando ai primi mesi dell’anno il possibile closing. Acciai speciali Terni rappresenta attualmente da sola un quinto del fatturato industriale dell’intera Umbria e dà lavoro, tra addetti diretti, indiretti e indotto, a oltre 4 mila persone, costituendo il più importante e qualificato produttore italiano di acciai inossidabili e speciali nonché uno dei maggiori d’Europa. Inoltre il reparto delle Fucine, parte integrante del gruppo, è una delle tre maggiori fucine al mondo unitamente alla Japan Steel e alla coreana Posco. Il mantenimento dell’intero sito produttivo è condizione propedeutica ed essenziale, per evitare ridimensionamenti fatali non solo per l’occupazione dell’intera regione ma anche per il futuro della manifattura nel Paese. Il volume produttivo ottimale dell’azienda, che assicuri il funzionamento dei due forni di fusione, senza le quali l’Ast si riduce a un’officina di trasformazione da poche centinaia di unità lavorative, non può che essere superiore almeno al milione di tonnellate annue, data la potenziale capacità produttiva pari a circa 1,5 milioni di tonnellate annue. In una recente audizione a Bruxelles, il Commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager ha escluso qualsiasi intervento attivo della commissione in una vendita a privati, ma ha anche precisato che la catena di valore dell’azienda non si limita alla produzione e che quindi, implicitamente, la Commissione vigilerà sul fatto che la cessione garantisca la capacità competitiva globale dell’azienda. Le sigle sindacali hanno recentemente dichiarato, in merito alla vendita, che ‘può e deve giocare un ruolo centrale il Governo nazionale, chiamato ad avviare una interlocuzione con la multinazionale thyssenkrupp per capirne le strategie di fondo, a partire dal perimetro di vendita. Non è possibile che da quando si è insediato il Governo Draghi il MISE non abbia mai convocato le parti per verificare l’accordo ponte e gli sviluppi della Fase 1 e poi della Fase 2 della vendita. Lo scorso 22 aprile è stata avanzata una richiesta al sindaco di Terni per chiedere la convocazione delle parti presso il Mise e analoga istanza è stata fatta anche alla presidente della Giunta regionale lo scorso 15 giugno 2021 ma entrambe non hanno avuto alcun esito non essendo mai stato convocato né un tavolo regionale né un tavolo nazionale in cui condividere i paletti da mettere al soggetto acquirente in ragione della strategicità e della peculiarità della produzione di Acciai speciali nella nostra Regione e nel Paese. Per altro, il Consiglio regionale, il 9 febbraio, ha approvato all’unanimità una mozione che impegnava la presidente Tesei, in sintonia con la comunità ternana e umbra, ad interloquire con il Mise per assicurare che l’acquirente fosse un player industriale in grado di assicurare la continuità della capacità competitiva globale di Ast sia in termini di investimenti tecnologici e ambientali che di proiezione commerciale globale. Il 31 Marzo 2021 è scaduto invece l’accordo di programma tra Regione, Comuni di Terni e Narni e il Mise relativo allo strumento dell’Area di Crisi Complessa, per il quale era stato dato mandato dal Consiglio regionale, con una mozione approvata all’unanimità, all’Assessore allo Sviluppo economico di avviare le interlocuzioni con il Mise per la stesura di un nuovo accordo di programma che desse continuità al rilancio e alla riqualificazione industriale dei comparti siderurgico e chimico in particolare. Alla luce di ciò è necessario per dare impulso allo sviluppo e all’occupazione di Terni e dell’Umbria del sud addivenire al più presto alla stipula di un nuovo accordo di programma relativo all’Area di crisi complessa, che dia concretezza al completamento delle infrastrutture necessarie per potenziare i fattori localizzativi ed in tale contesto diventa fondamentale il piano industriale del futuro acquirente del comparto siderurgico di Ast, per assicurare un futuro non solo alle famiglie ed ai lavoratori, ma anche alla manifattura umbra ed italiana, di cui l’acciaio è componente essenziale”.