Francesca Gobbi con studenti e docenti del progetto(UNWEB) Marsciano,  – Iniziato nel 2019 e poi proseguito a fase alterne durante il periodo della pandemia, il progetto Serra idroponica high tech, portato avanti dagli studenti superiori dell’Istituto omnicomprensivo Salvatorelli-Moneta di Marsciano, è giunto ora a conclusione. L’innovativo prodotto finale, realizzato anche grazie al contributo di numerose aziende locali, è stato, infatti, presentato venerdì 7 ottobre nella sede della scuola.
L’occasione è stata la consegna della Borsa di studio Attilio Radicioni ‘Nonno innovatore’, promossa dalla Fondazione Umberto Rossini. Un importante riconoscimento dedicato, appunto, alle attività di ricerca e innovazione svolte dalla scuola marscianese, e intitolato, non a caso, alla figura di un uomo che, sebbene nato contadino in un difficile contesto sociale e culturale, ha sempre guardato all’innovazione tecnica e gestionale quale strumento di riscatto sociale e quale mezzo per migliorare le condizioni di lavoro e di vita, proprie e dell’intera comunità.
La cerimonia di consegna. Alla cerimonia, che si è svolta davanti a un folta platea, sono intervenuti la dirigente scolastica Francesca Gobbi, l’assessore comunale Andrea Pilati, il figlio del ‘nonno innovatore’ Attilio, Angelo Radicioni, e i nipoti Luca e Andrea, tutti ingegneri. Per la Fondazione Umberto Rossini hanno preso la parola il presidente Rinaldo Rossini e Sergio Guarente. È stato lo stesso Angelo Radicioni a consegnare nelle mani di studenti e professori i quattro attestati per complessivi 4mila euro, mille euro a ciascun indirizzo di studio coinvolto nel progetto: Liceo scientifico, Istituto tecnico tecnologico, Servizi commerciali e Manutenzione e assistenza tecnica, che hanno dato ciascuno il proprio contributo in base alle loro rispettive competenze.
Innovazione nella tradizione. “Per le sue caratteristiche – ha ricordato la dirigente Gobbi –, questa borsa di studio si sposa perfettamente con la linea di azione dell’istituto tesa all’innovazione nella tradizione. Un’innovazione che consenta di trasmettere agli studenti competenze che siano spendibili all’esterno, sia in ambito universitario che lavorativo. Grazie a un intenso e approfondito lavoro, i ragazzi guidati dai docenti hanno così realizzato, dalla progettazione iniziale alla costruzione fisica del prototipo, una piccola ma innovativa serra idroponica che consente di coltivare anche in spazi molto ridotti, utilizzando le nuove tecnologie digitali. Un oggetto che potrebbe benissimo anche essere commercializzato tra i privati”.
Migliorare le condizioni di lavoro. “Mio padre aveva due grandi passioni, l’agricoltura e la meccanica – ha ricordato Angelo Radicioni insieme ai due figli Luca e Andrea –. E lui ha sempre cercato di utilizzare la meccanica per migliorare le condizioni del lavoro. Questo era il suo obiettivo. Non si sentiva mai arrivato e cercava nel suo lavoro di portare innovazione tecnologica o nuovi criteri gestionali per poter faticare meno, migliorare le sue condizioni di vita e avere prodotti sempre migliori da offrire all’acquirente. Aveva poi un rapporto molto bello con i giovani. Li spingeva a studiare e ad avere fiducia. Quindi l’innovazione doveva anche servire a consegnare ai giovani un mondo migliore”.

“Tornare nelle scuole – ha commentato Rossini – è per noi una grande emozione. La nostra fondazione nasce nel 2003, dalla volontà mia, di mio fratello Arnaldo e dell’imprenditore Giampietro Persichetti, per trasmettere le nostre esperienze lavorative e intellettuali ai giovani. Da molti anni premiamo con borse di studio le scuole tecniche del territorio che investono in ricerca e innovazione”.

 

Nicola Torrini

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