Lo “sposalizio della vergine” è ora nel suo contesto originario grazie a una copia tecnologica in gigapixel 3D. Un’installazione covid free ha celebrato l’evento
Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio torna in Umbria. Ma si tratta di una riproduzione tecnologica una “copia unica” messa a frutto dalla tech company Haltadefinizione nata da un’idea del regista tifernate Giuseppe Sterparelli che racconterà l’operazione anche in un futuro documentario. La concretizzazione di questo ritorno, avvenuto negli ultimi giorni delle celebrazioni Raffaello 2020, ha avuto luogo nel contesto originario dell’opera, la chiesa gotica di San Francesco a Città di Castello (lo Sposalizio fu infatti commissionato a Raffaello nel 1504 dalla famiglia Albizzini per la Cappella di San Giuseppe). Il tutto naturalmente in condizioni di sicurezza e come messaggio di resistenza.
LA STORIA DELLO SPOSALIZIO DI RAFFAELLO
Quella che poteva rimanere soltanto una suggestione, anche a causa della pandemia in corso, è divenuta realtà grazie alla compagnia di Franco Cosimo Panini Editore, che ha sposato l’idea di Sterparelli donando alla città umbra un clone Gigapixel in 3D dell’opera che dal 1805 si trova alla Pinacoteca di Brera, recuperando un’identità umbra che si era quasi persa nel tempo L’opera è tornata dunque idealmente nella stessa cornice dalla quale fu estratta più di duecento anni fa per essere forzatamente donata al generale napoleonico Lechi. Lo Sposalizio della Vergine è l’opera con cui Raffaello a soli 21 anni “diventò Raffaello”, superando il Maestro Perugino, come narra Giorgio Vasari ne Le Vite. Un ritorno in Alta Valle del Tevere e alle atmosfere matematiche di Piero della Francesca, ai personaggi muscolari di Luca Signorelli, che proprio a Città di Castello affascinarono il giovane urbinate, ma anche alla leggenda del Santo Anello di Perugia, considerato di Maria e ancora oggi celebrato.
LO SPOSALIZIO IN 3D
In novembre, grazie ad un dispositivo inaugurato per l’occasione, l’opera di Brera è stata “clonata” in Gigapixel alla massima precisione riproduttiva ad oggi conosciuta, fino a riportare in luce il rilievo materico, e quindi tridimensionale, della pennellata dell’artista. Oggi, con la ricollocazione in Umbria la tecnologia incontra la storia e si aprono nuove strade anche per valorizzazione future. Per suggellare il momento la facciata gotica della chiesa di San Francesco, ancora vicinissima a quella che vide Raffaello nel 1504, ha ospitato proiezioni di immagini del dipinto, mentre all’interno della chiesa una particolare illuminazione ha isolato l’opera in 3D nella cornice ottocentesca restaurata per l’occasione. Come elemento di incontro e sintesi, le visite sono state accompagnate dalla diffusione dell’orchestrazione del Compositore Leone d’Oro Salvatore Sciarrino, già cittadino onorario di Città di Castello, modulata da Deuxième année de Pèlegrinage di Franz Liszt, e dedicata proprio allo “Sposalizio” di Raffaello.