(UNWEB) “La lettura è un mezzo che, come la scuola, assicura democrazia cognitiva. Per questo è importante potenziare tutti gli strumenti disponibili, al fine di diffondere quanto più possibile buone pratiche utili a sviluppare pari opportunità per tutti i giovani, siano essi abituati alla lettura, sia per quelli invece provenienti da famiglie nelle quali tale attività non viene sviluppata a sufficienza”. Così la capogruppo del Partito democratico, Simona Meloni, annunciando la presentazione di una mozione propedeutica ad una proposta di legge “per far sì che anche l’Umbria, come la Toscana, si doti di un progetto che porti la lettura e la sensibilizzazione dei giovani nelle scuole di ogni fascia d’età”.
Il progetto ‘Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza” – spiega Meloni – è stato avviato nel 2019 dalla Regione Toscana, con la direzione del gruppo di ricerca del professor Federico Batini del dipartimento di Filosofia, Scienze sociali e della Formazione dell’Università di Perugia, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, con Indire e Cepell (il Centro per il libro e la lettura presso il ministero dei Beni culturali). Si tratta di un progetto congiunto di ricerca – azione sugli effetti della lettura ad alta voce, tutti i giorni, in modo sistematico, cominciando nei servizi per l’infanzia e progressivamente in tutto il sistema di istruzione della regione. I risultati positivi raggiunti nei primi tre anni di attività del progetto, presentati lo scorso 29 settembre, confermano l’efficacia di questa iniziativa. È stato rilevato infatti che leggere ad alta voce ai bambini del nido ogni giorno, per un’ora, apporta numerosi benefici tra cui un importante incremento dello sviluppo del linguaggio, un aumento del livello di attenzione e i tempi di lettura, un miglioramento della memoria, oltre a sviluppare interesse verso i libri e la lettura”.
“La strategicità di questo progetto – continua Meloni – emerge dai dati sulla lettura in Italia, frutto della collaborazione tra il Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Editori (AIE), che indicano come sia scesa dal 65 al 56% la percentuale di lettori italiani: nello specifico la fascia d’età 15-17 anni è quella dove si è registrato il calo più robusto, ma allo stesso tempo, oltre al calo dei lettori, c’è una polarizzazione sempre più netta tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più e chi alla lettura non si avvicina. Tale divario si è acuito, come altre disuguaglianze, durante la pandemia. Le differenze geografiche, ad esempio, vedono accrescere il divario Nord-Sud: mentre al Nord i lettori passano dal 63% (2019) al 59% (2021), al Sud dal 41% del 2019 si arriva al 35% del 2021. Anche le differenze anagrafiche, di genere e di reddito pesano sulla lettura ancora più che in passato. La ricerca fa emergere infatti come la propensione alla lettura risulti evidentemente legata alle opportunità offerte dal contesto familiare. La lettura è una azione che rafforza l’uguaglianza e concede pari opportunità a tutti i cittadini. Per questo – conclude Meloni – anche l’Umbria deve dotarsi di un proprio progetto sul tema, per sviluppare e allenare le menti dei giovani che, mentre sviluppano sacrosante competenze digitali, rischiano però di perderne altre altrettanto importanti”.