Smart working, turismo e ristorazione sono i tre elementi su cui si concentra Giuliano Granocchia, presidente di Confesercenti Umbria, con una riflessione che guarda a quanto non è stato fatto e quanto è necessario fare per l’immediato.
“Lo smart working così come è organizzato, a livello di pubblica amministrazione, non funziona – dice Granocchia – Si è trattato di una novità per tutti, ma se rimarrà una modalità di lavoro, allora è necessario prendere atto delle difficoltà organizzative e mettere in campo una seria revisione delle procedure amministrative e organizzative. Senza interventi seri, penso a settori pubblici in cui ci sarà bisogno di più personale e altri meno, lo smart working rischia di trasformarsi in uno strumento negativo, con i tempi che si allungano per l’utente”.
Il lavoro da casa, inoltre, ha avuto pesanti ripercussioni sul commercio “che ha perso fatturato, ad esempio, nella ristorazione quotidiana del terziario – prosegue Granocchia – con un drastico calo di clienti per bar e ristoranti. In questo modo lo smart working si trasforma in strumento che può allontanare le relazioni umane”.
Pensando ai rapporti umani, per Granocchia è fondamentale mettere mano al settore turistico, in particolare pensando a due categorie che sono state completamente dimenticate: guide turistiche e agenzie di viaggio.
“Il settore delle guide turistiche è stato quasi azzerato, lasciato senza sostegno nei mesi più duri e con scarse prospettive di lavoro per questa estate. Eppure le guide turistiche contribuiscono a valorizzare il settore – afferma Granocchia – Per quanto riguarda le agenzie di viaggio, che hanno subìto un calo del 90% per il mercato straniero, ad oggi non hanno avuto alcuna attenzione da parte del governo nazionale. In Umbria gli hotel hanno ricevuto un sostegno pari al 25% di fatturato a fondo perduto dalla Regione, per le agenzie di viaggio chiediamo una misura analoga – prosegue Granocchia – Dobbiamo ricordare che chi fa incoming porta risorse in un settore molto ricco e, a differenza del web che non rilascia nulla se non le briciole delle percentuali dell’affitto della camera, creano occasioni su tutto il territorio, dalla camera d’albergo al ristorante, dal museo al negozio di souvenir”.
Un altro settore turistico completamente dimenticato è quello dei matrimoni. “Il filone wedding sembra quasi che non esista – dice Granocchia – Eppure è un settore di nicchia che impiega centinaia di persone in Umbria, con micro imprese che hanno la capacità di generare occasioni e fatturati. Ci stiamo muovendo in tal senso per rappresentare un’Umbria più attrattiva”.
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In conclusione Granocchia guarda anche alla ristorazione, “un settore che ha registrato perdite del 40-50% di fatturato, con locali che lavorano solo il fine settimana – conclude il presidente di Confesercenti Umbria – per questo la scelta di consentire le sagre è incomprensibile. Siamo d’accordo che le sagre abbiano un valore sociale importante, ma non economicamente come per i locali del settore della ristorazione”.