Il garante dei detenuti
dell’Umbria Giuseppe Caforio definisce “un tassello di civiltà
aggiunto al nostro sistema carcerario” la decisione della Corte
costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto
di affettività in carcere. “La Corte ha pertanto riscontrato la
violazione degli articoli 3 e 27, terzo comma, per la
irragionevole compressione della dignità della persona causata
dalla norma in scrutinio e per l’ostacolo che ne deriva alla
finalità rieducativa della pena”.

   
“In sostanza – ha spiegato l’avvocato Caforio – nella
comparazione delle diverse esigenze, la Corte fa prevalere
quella della dignità della persona nei colloqui con i familiari
e con gli affetti escludendo il controllo a vista sistematico e
riducendolo ai casi motivatamente necessari. La strada è ancora
lunga ma la via intrapresa è quella buona”.

   

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Ansa Umbria

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