Foligno. “Ripristinare con urgenza tutte le attività chirurgiche e diagnostiche dell’ospedale di Foligno. Attività che stentano ancora a ripartire, negando di fatto alla cittadinanza il sacrosanto diritto di ricevere le cure di cui necessitano, anche se diverse dal Covid. Il tutto, come al solito, a vantaggio esclusivo della della sanità privata”. Inizia così la lettera che la Fp Cgil di Perugia ha indirizzato oggi, 12 marzo 2022, al direttore della Usl Umbria 2 Massimo De Fino e all’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto.

“Siamo ben coscienti che il livello di guardia non debba essere abbassato – si legge nella missiva del sindacato – ma se all’attuale variante Omicron 1 si sta ora sostituendo la 2, più avanti ne avremo con tutta probabilità di nuove e non sarà più accettabile pensare di bloccare ogni volta servizi e reparti che, al contrario, dovranno necessariamente continuare a dare una risposta concreta e puntuale ai tanti problemi di salute dei cittadini, a garanzia di una sanità al servizio di tutti, nella globalità degli interventi previsti”.
Secondo la Fp Cgil, come già definito dal Pnrr, è necessario “implementare la risposta ai fabbisogni sia dei pazienti covid in via di guarigione che più in generale di quelli con patologie croniche, in attesa di dimissione, garantendo una continuità assistenziale ed una presa in carico sul territorio”, non continuando “impropriamente ad occupare le strutture ospedaliere, togliendo di fatto la possibilità ad altri di essere assistiti”.
In particolare il sindacato fa riferimento all’ennesima “chiusura da fine dicembre del day/week surgery per ospitare 20 posti letto di Medicina”, oltre alla “perpetua occupazione di posti letto di chirurgia multidisciplinare, ortopedia/urologia, neurologia/neuroriabilitazione, da parte di pazienti di area medica”. “Foligno – è la denuncia della Fp Cgil – sta diventando un ospedale a carattere geriatrico senza più alcuna identità e attrattività”.
Ma la situazione sembra andare nella direzione opposta. Infatti, le disposizioni regionali dell’11/3/22 da parte del commissario all’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, prevedono di ampliare i posti letto di area Covid nelle strutture ospedaliere di Perugia, Terni, Branca e Foligno, a fronte dell’incremento dei contagi. “Risulta incomprensibile – insiste la Fp Cgil – pensare che un ospedale come quello di Foligno, con volumi di attività chirurgica elevati, debba essere ancora sacrificato, sempre a scapito dei cittadini costretti a trovare le risposte ai loro problemi di salute nelle strutture diagnostico-terapeutiche private. È vergognoso che dopo due anni non vi sia ancora un piano organizzativo regionale che prenda in considerazione le necessità di salute di tutta la popolazione e i volumi di attività prestati da ciascuna struttura ospedaliera, declinando la gestione del covid a quelle strutture che non abbiano la stessa capacità di risposta ai tanti problemi di salute afferenti, e non vi sia una connessione con la rete territoriale tramite i medici di Medicina Generale e le USCA, risorse indispensabili nel fare da filtro nel ridurre il numero delle ospedalizzazioni e i tempi di ricovero”.
Urge pertanto, secondo la Fp Cgil, riavviare ed implementare tutte quelle prestazioni afferenti alla pre-ospedalizzazione, alla Radiologia, all’Endoscopia digestiva e toracica, e riorganizzare “con immediatezza” le attività chirurgiche (urgenti e programmate) e quelle ambulatoriali ad esse connesse, riportando il presidio ospedaliero di Foligno in auge. “Chiediamo contestualmente – si legge ancora nella missiva del sindacato – investimenti oculati su figure mediche che possano rendere nuovamente attrattivo il P.O. di Foligno ed il potenziamento del personale sanitario del comparto, spostato continuamente in questo periodo in base alle contingenze del momento, ma sempre più stremato e depauperato nelle U.O. di Chirurgia, Day/Week Surgery, Ortopedia, Cardiologia/UTIC, Pneumologia, Neurologia, Pediatria, Ostetricia e nei servizi di Pronto Soccorso, Endoscopia, Emodialisi e nella Terapia Intensiva, dove si conferma l’aumento dei posti letto, ma non di anestesisti ed infermieri.
“Sosteniamo da sempre con forza che il San Giovanni Battista di Foligno è e deve essere considerato il presidio ospedaliero di riferimento dell’Usl 2; a nome di tutti i professionisti sanitari che in tutto questo periodo, nonostante la stanchezza, continuano a spendersi con grande responsabilità e abnegazione e nella tutela di tutti i cittadini che ad esso si rivolgono. Condanniamo pertanto ogni azione che vada contro tale logica e, se la risposta non sarà immediata, avvieremo una manifestazione che coinvolgerà tutto il personale sanitario medico e del comparto e la cittadinanza tutta”.

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